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Nuovo Dpcm, Zaia: "Proteste legittime, non è gioco a premi"

05 novembre 2020 | 11.28
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Luca Zaia (Fotogramma)
Luca Zaia (Fotogramma)

"Penso che sia legittimo protestare, ma è fondamentale il contraddittorio, non dico politico ma  sul fronte tecnico. Io non vengo qui a lamentarmi". Lo ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenuto a Radio anch'io su Radio Uno Rai, a proposito delle critiche da parte di alcuni governatori alla suddivisione in zone regionali in base al nuovo Dpcm.

"Nel momento in cui c'è questo casino - ha ammonito Zaia - e tutti i giorni facciamo la conta dei morti, penso sia fondamentale che il presidente del Veneto si occupi del Veneto. Le cose non sono mai perfette. C'è sempre qualcosa da dire o da rivendicare. Ma cerchiamo di andare avanti con l'obiettivo di uscirne fuori velocemente. Il picco dovrebbe essere il 20 novembre e poi la curva dovrebbe scendere. Ma nulla è certo".

Per quanto riguarda le relazioni economiche tra Lombardia e Veneto: "Le movimentazioni sono garantite per il lavoro e la salute. I genitori, gli zii, i nonni, tutti, se non sono conviventi, devono portare la mascherina", ha concluso.

"E' probabile che ci sia in giornata una riunione della Conferenza dei presidenti di Regione - ha annunciato Zaia -, al momento non è ancora stata convocata. Quello delle aree non è un 'gioco a premi' e non deve diventare una guerra tra poveri, non ci sono i primi della classe e gli ultimi. Dico ai miei cittadini: l'area gialla non ce l'hai a vita, se non si rispettano le regole aumentano i contagi e si passa di area, per cui: attenzione. Bisogna coinvolgere di più i cittadini. Da me in veneto i cittadini sono pancia a terra e fare squadra".

Rispetto ai parametri e ai dati per definire le aree Zaia ha spiegato che: "Ci sono 21 parametri, non è semplice metterli in fila. Ci vuole interpretazione. Ci sono anche i fattori umani che fanno la differenza. Bisogna andare tutti in area verde velocemente. Prima ne veniamo fuori e meglio è." Ancora, sul rispetto delle regole: "Questo virus ci ha abituato a cambiamenti repentini. E' un virus molto insidioso. Se gli ospedali e le comunità vanno nella stessa direzione, se ne esce velocemente, altrimenti no. Mascherine, mani pulite e no agli assembramenti".

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