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Stati Uniti

Offre acqua a migranti, a processo

28 maggio 2019 | 16.31
LETTURA: 3 minuti

Il volontario dell'Arizona arrestato con l'accusa di traffico di esseri umani

Immagine d'archivio (Afp) - AFP
Immagine d'archivio (Afp) - AFP

Sarà processato per traffico di esseri umani uno dei volontari di Ajo, in Arizona, arrestato per aver dato "acqua, cibo, vestiti puliti ed un letto" ai migranti entrati dal deserto di Sonora. A raccontarlo è lo stesso Scott Warren, spiegando che "questa settimana sarò processato" e che se condannato "potrei essere detenuto fino a 20 anni".

In un articolo sul 'Washington Post', Warren racconta che "residenti e volontari organizzano delle spedizioni per offrire assistenza umanitaria, e lasciare contenitori di acqua, cibo in scatola, calzini ed articoli di pronto soccorso" lungo il percorso dei migranti nel deserto dove le temperature di giorno superano i 48 gradi e precipitano di notte. "Lungo quello che ormai è noto come il corridoio di Ajo, decine di corpi vengono trovati ogni anno, e si ritiene che siano molti di più quelli che non vengono scoperti".

In passato, aggiunge il volontario, vi era una pacifica coesistenza se non una collaborazione con il Border Patrol e ricorda che un giorno un agente gli disse: "Sono felice che siate qui oggi, la gente ha bisogno di acqua". Con il cambio di amministrazione la situazione è cambiata: "Sono stati negati i permessi per entrare nel Cabeza Prieta National Wildlife Refuge, distrutte le riserve d'acqua lasciate nel deserto e hanno cominciato a perseguire i volontari". Diversi membri della Ong No More Deaths in passato hanno rischiato condanne e multe fino a 10mila dollari, ma ora il caso di Warren rappresenta un salto di qualità dal momento che il volontario è stato incriminato per traffico di esseri umani e questo, afferma il volontario, potrebbe segnare "un pericoloso precedente".

"Ad Ajo la mia comunità offre cibo ed acqua a chi attraversava il deserto da decenni, da generazioni - conclude - qualsiasi cosa succederà nel mio processo, il giorno dopo qualcuno si troverà a camminare nel deserto e busserà ad una delle nostre porte per rispondere ai bisogni del viaggiatore. Se avrà sete gli daremo da bere e non gli chiederemo i documenti. Il governo non dovrebbe criminalizzare questo comportamento".

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