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Opera Roma: si apre lo spiraglio, Fuortes potrebbe ritirare i licenziamenti

06 novembre 2014 | 16.40
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Una lunga marcia di incontri tra Fondazione e sindacati dovrebbe portare a un accordo aziendale con i lavoratori che il sovrintendente presenterà al prossimo Cda, del 23 novembre, chiedendo il ritiro della 223/91 e di conseguenza la rinuncia all'esternazionalizzazione di coro e orchestra

Il Teatro dell'Opera di Roma
Il Teatro dell'Opera di Roma

Passo avanti nella trattativa tra sindacati e vertici del Teatro dell'Opera di Roma. Nel corso dell'incontro di oggi il sovrintendente della Fondazione, Carlo Fuortes, ha aperto uno spiraglio annunciando la disponibilità del Teatro a ritirare la procedura di licenziamento di 180 lavoratori del Coro e dell'Orchestra, a fronte di un accordo che risolva i problemi dell'ente. "Nel tavolo sindacale odierno - si legge in una nota della Fondazione lirica capitolina- è stata confermata nuovamente la disponibilità - a fronte di una proposta che risolva interamente i gravissimi problemi economici e organizzativi del Teatro - a sottoscrivere un accordo che possa evitare il licenziamento collettivo di Orchestra e Coro". Il Teatro fa riferimento anche a "ad alcune aperture fino ad oggi mai prospettate" dei sindacati e spiega che il prossimo tavolo sarà lunedì 10 novembre.

"Quella di Fuortes è un'apertura che però appare tutta sbilanciata sul costo del personale, quindi a pagare sarebbero i lavoratori", afferma all'Adnkronos Pasquale Faillaci, sindacalista della Slc-Cgil che oggi ha partecipato al tavolo. All'accordo aziendale si arriverebbe, spiega il sindacalista, attraverso "una lunga marcia di incontri, da qui al 20 novembre", che è la deadline fissata dalla legge 223/91 dopo la quale la trattativa si sposta alla Regione Lazio. Faillaci però riconosce che quello di oggi è stato "un confronto serio sulla vita economica e normativa del Teatro. Confronto che era stato auspicato da noi sin dalle prime battute della conflittualità, iniziata nel novembre 2013, quando eravamo disponibili a trovare un piano per il teatro e avevamo siglato un accordo in merito (il 28 novembre 2013 in Campidoglio, ndr)".

"Finalmente il sovrintendente Fuortes ha fatto l'apertura che tutti aspettavamo", è il commento di Lorella Pieralli della Fials-Cisal, che tiene a sottolineare l'"illegittimità della procedura di licenziamento". Pieralli evidenzia con soddisfazione la presenza del sovrintendente all'incontro di oggi: "Dopo cinque incontri senza di lui un'altra assenza sarebbe stata poco capita", afferma, e racconta che Fuortes nel corso dell'incontro "ha ribadito che la sua gestione porta un buco di 3,4 milioni di euro che lui attribuisce al sindacato, ma che secondo il sindacato è invece da attribuire alla gestione dell'Opera di Roma che non sa portare la gente in teatro. In ogni caso, i sindacati intendono verificare questo buco. E anche a proposito degli sponsor persi, secondo Fuortes, per colpa degli scioperi, nessuno -sottolinea la sindacalista- sa realmente quali siano questi sponsor. Del resto, anche Musica per Roma di cui lui è amministratore delegato ha perso sponsor, senza che ci siano stati scioperi. Come mai? La cosa certa -ribadisce- è che il sovrintendente nel 2014 ha prodotto un buco di bilancio che i lavoratori non intendono pagare di tasca propria".

Quanto all'apertura da parte del sindacato di cui parla la direzione del Teatro nella nota, "l'avevamo già fatta nei tre incontri precedenti -afferma Pieralli- oggi finalmente è stata presa in considerazione dal sovrintendente che si è presentato per la prima volta. La cosa nuova è che siamo entrati nel merito del fatto che per il 2015 e il 2016 il sindacato è in grado di garantire un livello di produttività molto alto, ma per farlo -evidenzia- bisogna aprire il palcoscenico del Teatro Nazionale, che attualmente è sotto la polvere, e incrementare l'attività di Caracalla e del Costanzi attraverso la scelta di allestimenti leggeri e rotabili, mentre adesso abbiamo spettacoli che una volta montati paralizzano il teatro per mesi interi. La vera novità di oggi -rimarca Pieralli- è che si rientra nella legge Bray che non prevede licenziamenti ma un controllo dei costi poliziesco che il sindacato attuerà. Di conseguenza, il piano che Fuortes ha presentato nell'ultima versione al commissario straordinario Pinelli a maggio, non in possesso del sindacato, dovrà essere esaminato e adeguato di pari passo con gli obiettivi di pareggio a fine 2016", conclude.

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