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Papa: al G20, arrestare aggressioni religiose in Medio Oriente

11 novembre 2014 | 14.21
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"Il mondo intero si attende dal G20 un accordo sempre più ampio che possa portare, nel quadro dell'ordinamento dell'Onu, a un definitivo arresto nel Medio Oriente dell'ingiusta aggressione rivolta contro differenti gruppi, religiosi ed etnici, incluse le minoranze". E' quanto chiede Papa Francesco nel messaggio inviato al primo ministro australiano Tony Abbott, in vista del vertice del G20 del 15 e 16 novembre a Brisbane in Australia, che ha la presidenza di turno del gruppo dei venti Paesi più sviluppati.

Inoltre, afferma il Papa, il summit "dovrebbe condurre ad eliminare le cause profonde del terrorismo, che ha raggiunto proporzioni finora inimmaginabili. Tali cause - ricorda - includono la povertà, il sottosviluppo e l'esclusione. È diventato sempre più evidente che la soluzione a questo grave problema non può essere esclusivamente di natura militare - sottolinea Francesco - ma che si deve anche concentrare su coloro che in un modo o nell'altro incoraggiano gruppi terroristici con l'appoggio politico, il commercio illegale di petrolio o la fornitura di armi e tecnologia. Vi è inoltre la necessità di uno sforzo educativo e di una consapevolezza più chiara che la religione non può essere sfruttata come via per giustificare la violenza".

Il Papa osserva che "questi conflitti lasciano profonde cicatrici e producono in varie parti del mondo situazioni umanitarie insopportabili". Francesco chiede allora di cogliere l'opportunità del vertice del G20 per "chiedere agli Stati membri di essere esempi di generosità e di solidarietà nel venire incontro alle tante necessità delle vittime di questi conflitti, specialmente nei confronti dei rifugiati".

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