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Papa Francesco sposa venti coppie: "Il matrimonio non è fiction, è vita reale"

14 settembre 2014 | 12.10
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Il Pontefice ha celebrato la cerimonia nella Basilica di San Pietro: "E' un viaggio impegnativo, a volte difficile a volte anche conflittuale. Vi auguro felicità: ci saranno le croci, ma il Signore è sempre lì per aiutarci ad andare avanti". Gli sposi donano a Bergoglio una ludoteca e un centro di aggregazione per i giovani, che verranno realizzati attraverso la Caritas diocesana di Roma in una struttura nel quartiere di Colli Aniene

Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO

Il matrimonio "non è un cammino liscio e senza conflitti. Non sarebbe umano. E' simbolo della vita reale, non è una fiction: è un sacramento dell'amore di Cristo e della Chiesa". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata nella Basilica di San Pietro, in cui celebra il matrimonio di venti coppie di sposi della diocesi di Roma. Nella festa della Esaltazione della Santa Croce, Papa Bergoglio ha ricordato agli sposi che il sacramento del matrimonio vuol dire "reciprocità delle differenze. Un viaggio impegnativo, a volte difficile a volte anche conflittuale, ma questa è la vita".

Dio, però, è accanto a chi cerca verità camminando insieme nell'indissolubile unione matrimoniale: "L'amore di Gesù che ha benedetto e consacrato l'unione degli sposi -ha spiegato il Pontefice- è in grado di mantenere il loro amore e di rinnovarlo quando umanamente si perde, si lacera, si esaurisce''.

Ma ''l'amore di Cristo può restituire agli sposi la gioia di camminare insieme; perché questo è il matrimonio: il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l'uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito di aiutare il marito ad essere più uomo. E' la reciprocità delle differenze''.

Francesco ha quindi indicato un consiglio alle coppie: "E' normale -ha detto- che gli sposi litighino. Ma vi consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace. E' sufficiente un piccolo gesto, e così si continua a camminare".

"Auguro a tutti voi un bel cammino -ha concluso Francesco- un cammino fecondo. Che l'amore cresca. Vi auguro felicità: ci saranno le croci, ma il Signore è sempre lì per aiutarci ad andare avanti. Il Signore vi benedica".

'E' incalcolabile -ha sottolineato Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata a San Pietro- la forza, la carica di umanità contenuta in una famiglia: l'aiuto reciproco, l'accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà''.

''Le famiglie -ha rimarcato Bergoglio- sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i 'mattoni' per la costruzione della società''.

Il dono degli sposi al Papa - Una ludoteca e un centro di aggregazione per i giovani nelle periferie romane. E' questo il dono che le venti coppie, oggi unite in matrimonio a San Pietro, hanno offerto a Papa Francesco al termine della celebrazione. Il dono sarà realizzato attraverso la Caritas diocesana di Roma in una struttura nel quartiere di Colli Aniene.

Il simbolo della croce di Gesù - ''Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza. Ecco perché la Chiesa esalta la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Ma attenzione: non è un segno 'magico': credere nella Croce di Gesù comporta seguirlo sulla sua via. In questo modo anche i cristiani collaborano alla sua opera di salvezza, accettando con Lui il sacrificio, la sofferenza, anche la morte per amore di Dio e dei fratelli''. Lo ha detto Papa Francesco, prima dell'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.

Il 14 settembre, ha ricordato Papa Bergoglio, ''la Chiesa celebra la festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Qualche persona non cristiana potrebbe domandarci: perché 'esaltare' la Croce? Possiamo rispondere che noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l'amore di Dio per l'umanità. È quello che ci ricorda il Vangelo di Giovanni nella liturgia odierna: 'Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito' (3,16). Il Padre ha "dato" il Figlio per salvarci, e questo ha comportato la morte di Gesù, e la morte in croce. Perché? Perché è stata necessaria la Croce? A causa della gravità del male che ci teneva schiavi''.

''La Croce di Gesù - ha spiegato ancora Francesco all'Angelus- esprime tutt'e due le cose: tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio. La Croce sembra decretare il fallimento di Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria. Sul Calvario, quelli che lo deridevano gli dicevano: 'Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce' (cfr. Mt 27,40). Ma era vero il contrario: proprio perché era il Figlio di Dio Gesù stava lì, sulla croce, fedele fino alla fine al disegno d'amore del Padre. E proprio per questo Dio ha 'esaltato' Gesù (Fil 2,9), conferendogli una regalità universale''.

''Che cosa vediamo, dunque, quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato? -ha chiesto il Papa- contempliamo il segno dell'amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero''.

Sul Calvario, ai piedi della Croce, ha sottolineato Papa Francesco, ''c'era la Vergine Maria (cfr Gv 19,25-27). E' la Vergine Addolorata, che domani celebreremo nella liturgia. A Lei affido il presente e il futuro della Chiesa, perché tutti sappiamo sempre scoprire ed accogliere il messaggio di amore e di salvezza della Croce di Gesù''.

''Le affido in particolare le coppie di sposi che ho avuto la gioia di unire in matrimonio questa mattina, nella Basilica di San Pietro'', ha concluso Papa Bergoglio.

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