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'Patto della pizzella', Carfagna riunisce il fronte antisovranista di Forza Italia

18 settembre 2019 | 17.11
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C'è chi lo ha ribattezzato il 'patto della pizzella'. E molti scommettono che presto potrebbe trasformarsi in qualcos'altro. Forse un'associazione, sicuramente una nuova 'componente' di Forza Italia. Il giorno dopo, la cena organizzata ieri da Mara Carfagna ai Parioli con oltre una quarantina di parlamentari anti-sovranisti continua a far discutere e ad alimentare fibrillazioni all'interno del partito scosso dalla scissione di Matteo Renzi e dalle ultime defezioni, come quella della senatrice Donatella Conzatti. Attesa anche lei al ristorante 'Gina', Conzatti ha declinato l'invito per annunciare poco prima delle 16 con una nota ufficiale il suo passaggio con i renziani di 'Italia Viva'.

In Transatlantico, a Montecitorio, tra i capannelli azzurri non si parla d'altro e aleggia sempre di più il fantasma di Matteo. Anche se Silvio Berlusconi da Strasburgo prova a minimizzare, smentito dai fatti: ''Da quel che mi risulta, non esiste che nostri parlamentari possano andare con Renzi", anche perché ''andando in un altro partito, comunque, verrebbero accolti come transfughi".

Carfagna arriva alla Camera, soddisfatta per la sua iniziativa, anche se è stata disertata dal 'coordinamento nazionale', massimo organismo del partito, formato da Antonio Tajani, i capigruppo Gelmini-Bernini e Sestino Giacomoni. Come ha detto ieri aprendo il suo intervento, la vicepresidente della Camera va ripetendo in queste ore che la sua non è stata una cena carbonara, né l'occasione per creare una corrente, ma non moriremo renziani o salviniani, siamo e resteremo berlusconiani... Una sorta di slogan. Per rimarcare le differenze dalla Lega salviniana e da Fdi e riaffermare l'importanza di un'ala moderata forzista, pronta ad accogliere innanzitutto le istanze sudiste e non solo.

In queste settimane difficili si è creata una rete di rapporti e relazioni che non voglio disperdere, la promessa fatta da Carfagna ieri, con un'aggiunta che sa di impegno: molti di voi mi hanno sollecitato ad organizzare un momento di riflessione collettiva e io me ne sono fatta carico...

Al buffet, tra un antipasto di pizzelle fritte con pomodoro e mozzarella (tipico piatto 'sudista' che per molti ha 'connotato' la serata politica), rigatoni tonno e zucchine e pollo al curry con riso, con tris di crostate finali (visciola, amarena e Nutella), si è fatto il punto della situazione. Con il caso Renzi in primo piano, considerato un nuovo competitor, oltre a Salvini, con cui fare i conti d'ora in poi, soprattutto per la battaglia alla conquista del centro.

Tra i big c'era Renato Brunetta. Che avrebbe preso la parola per dire la sua e spiegare che ogni occasione, come quella di ieri sera, è utile per confrontarsi, non certo per tramare alle spalle del leader Berlusconi. Un modo per gettare acqua sul fuoco dopo le polemiche scatenate dalla 'soffiata' sulla cena (considerata da alcuni come un incontro pro-Renzi) e concentrarsi sul rilancio di Fi, ora contesa non solo da Salvini, ma anche da Renzi.

Lo stesso Cav è intervenuto ad hoc, confermando i rumors di telefonate dirette fatte ad alcuni partecipanti per capire il senso dell'iniziativa e, magari frenarla: ''Mi sono voluto raccordare con questi deputati che ieri hanno partecipato alla cena di Carfagna: ''ho telefonato e non c'è nessuno che mi abbia detto che la partecipazione a quella cena avesse un valore diverso dallo stare insieme e dal sentirsi amici e per riunirsi anche per parlare di cose che non siano la politica".

Parole suonate come una sorta di legittimazione per Carfagna, ma anche come un monito per chi sotto traccia rema contro. Non a caso si fa sentire Giacomoni, ieri assente, che precisa: ''Fi è sempre stato il partito della libertà. Ognuno di noi fa cene, aperitivi o quel che crede...". Ma, "come sempre, sarà Berlusconi a dare la linea''.

La 'cena di Mara', diventata un caso per la coincidenza dello strappo renziano, fa discutere anche sui 'numeri', visto che la lista degli invitati, come sempre in questi casi, resta top secret. Pallottoliere alla mano, nonostante il balletto di cifre di queste ore, sarebbero stati poco meno di cinquanta i parlamentari seduti ai tavoli di 'Gina', almeno una trentina i deputati.

Oltre a Brunetta, c'erano i tre vicepresidenti del gruppo alla Camera Gianfranco Rotondi, Roberto Occhiuto e Stefano Mugnai. Prevalente, come prevedibile, la presenza dell'area sudista: i calabresi (oltre allo stesso Occhiuto) Francesco Cannizzaro, Felice Maurizio D'Ettore, Jole Santelli, Fulvia Caligiuri; i campani Paolo Russo, Marzia Ferrajoli, Enzo Fasano, Gigi Casciello, Luigi Cesaro, Cosimo Sibilia, Antonio Pentangelo, e Carlo Sarro (assente Domenico De Siano).

Tra i commensali anche i deputati Renata Polverini; Alessandro Cattaneo; Matteo Perego; Michela Biancofiore (con il suo carlino Puggy); Matilde Siracusano; Dario Bond; Osvaldo Napoli, Marcello Fiori, Michele Casino, Daniela Ruffino, Roberto Novelli, Elisabetta Ripani, Antonio Martino, Erika Mazzetti, Andrea Ruggieri (passato a fine serata).

Tra i senatori, c'erano l'ex tesoriere del partito, Maria Rosaria Rossi, Urania Papatheu; Massimo Mallegni (con la moglie Paola) Andrea Cangini, Franco Dal Mas; Laura Stabile; Barbara Masini, Andrea Causin, e Raffaele Fantetti.

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