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Pensioni, Boeri: costo uscita anticipata potrebbe arrivare a 8,5 mld

10 giugno 2015 | 16.22
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Il presidente dell'Inps spiega che anche riducendo l'assegno ci sarebbe un effetto per le casse dello Stato. Attenzione anche alla 'staffetta generazionale'

Tito Boeri
Tito Boeri

La proposta di introdurre un meccanismo con penalizzazioni, che consentirebbe di anticipare il pensionamento accettando una riduzione dell'assegno, potrebbe costare allo Stato ''8,5 miliardi di euro nel punto massimo''. Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione nella commissione Lavoro del Senato. Il disegno di legge che contiene la proposta, spiega Boeri, ''prevede che i lavoratori con almeno 35 anni di contributi, e che hanno maturato un una pensione pari a 1,5 volte l'assegno sociale, possano andare in pensione a 62 anni con riduzioni del 2%, per ogni anno di anticipo rispetto all'età normale di pensionamento''.

Le riduzioni, precisa il presidente, non sarebbero ''neutre'' ma avrebbero un costo che, nel punto massimo, raggiungerebbe gli 8,5 miliardi e non sarebbe compensato nel tempo. ''Sono al di sotto di quelle che sarebbero necessarie per fare in modo che non gravino sul bilancio intertemporale del nostro sistema''. Secondo Boeri questo meccanismo ha delle similitudini con il sistema introdotto nel 2007, ma senza le finestre, quindi ''i requisiti per maturazione sono più favorevoli''.

Boeri avverte di fare attenzione anche all'introduzione di una staffetta generazionale che rischia di introdurre meccanismi ''altamente distorsivi'', come quello di porre condizioni ''ereditarie'', cioè del ''padre che lascia il posto al figlio''. La staffetta generazionale, spiega Boeri, ''comporterebbe dei costi fiscali''. ''Manca un'approfondita valutazione'' sui costi ma l'onerosità della proposta ''pone degli interrogativi sulla sua attuazione''.

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