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Per gli animali selvatici in difficoltà 108 centri in Italia

06 giugno 2014 | 15.08
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Sono cinque le strutture gestite dal Corpo Forestale dello Stato e situate presso gli Uffici Territoriali della Biodiversità (Utb) che attualmente ospitano circa 850 esemplari, dai mufloni agli sparvieri, dalle poiane ai falchi, e poi tartarughe, daini, cervi, volpi, lupi

Per gli animali selvatici in difficoltà 108 centri in Italia

Ogni anno sono tantissimi gli animali appartenenti a diverse specie selvatiche autoctone, esotiche o in via d’estinzione sequestrati o confiscati a seguito di operazioni di polizia contro il commercio illegale, spesso caratterizzato da trasporti in condizioni inadeguate. Ma che fine fanno gli animali selvatici sequestrati, feriti, abbandonati? Molti di questi vengono salvati dal Corpo Forestale dello Stato e portati presso i centri di recupero, dove si dà agli animali una nuova chance di sopravvivenza.

Di questi centri in Italia ce ne sono 108, cinque dei quali gestiti dal Corpo Forestale dello Stato e situati presso gli Uffici Territoriali della Biodiversità (Utb) che attualmente ospitano circa 850 animali, dai mufloni agli sparvieri, dalle poiane ai falchi, e poi tartarughe, daini, cervi, volpi, lupi. Cura, primo soccorso e recupero graduale sono le attività svolte in questi centri con l’obiettivo della reimmissione in natura o la permanenza a lungo termine per quegli animali che purtroppo non potranno recuperare del tutto le proprie abilità.

Sono il centro Vincheto di Celarda che ospita 42 esemplari di cui 9 appartenenti a specie in via d’estinzione; Formichella, che ne conta 65, Pescara (55), Monte di Mezzo (250 animali) e Castel Volturno (150 fra cui 130 pappagalli). A questi si aggiungono 3 centri privati: Monte Adone di Bologna, ZooProject di Perugia e il Crase Wwf di Grosseto. A Roma, poi, c’è un nuovo centro che ospita animali di specie esotiche sequestrate, alcuni primati, rettili pericolosi. Infine, le strutture del Corpo Forestale di Ravenna e Lucca ospitano complessivamente 150 esemplari appartenenti a specie protette Cites.

Il centro faunistico Formichella gestito dal Corpo Forestale dello Stato - Ufficio territoriale per la biodiversità di Assisi, all’interno del territorio del Monte Peglia è un centro di recupero e riabilitazione di specie selvatiche autoctone di uccelli e fauna, dai cerbiatti ai daini, dai pappagalli alle tartarughe, ma non solo. C’è il reparto rapaci che ospita gheppi, falchi, upupe, civette, gufi e altro ancora.

”Qui avviamo un percorso di recupero degli animali con l’obiettivo della loro successiva reimmissione in natura, perché l’animale selvatico deve vivere in natura”, spiega all’Adnkronos Luciano Servili, responsabile Ufficio Territoriale Biodiversità di Assisi, che gestisce il Centro.”Altra attività principale del centro - aggiunge - è quella dell’educazione ambientale perché vogliamo che le dinamiche della natura siano conosciute in particolare dai bambini delle scuole elementari e medie. Per questo - conclude - sono stati istituiti vari percorsi didattici grazie ai quali i giovani possono vedere da vicino gli animali e le attività che il Corpo Forestale porta avanti con loro”.

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