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Industria: per meccanica occupazione 2014 all'insegna stabilità

23 dicembre 2014 | 14.00
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Indagine Senaf per Mecspe, investimenti in formazione per quasi 9 aziende su 10.

Industria: per meccanica occupazione 2014 all'insegna stabilità

Per le imprese della meccanica italiana, i primi sei mesi del 2014 sono stati all’insegna della stabilità occupazionale (75,8%), con una buona quota (17%) che ha aumentato l’organico; solo il 7,2% ha dovuto ridurlo. E, guardando alle previsioni per la chiusura del 2014, la maggior parte degli imprenditori (78,9%) dichiara di voler mantenere il livello occupazionale attuale. E' la fotografia delle imprese del comparto della meccanica italiano scattata da Senaf in occasione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione (Fiere di Parma, 26-28 marzo 2015).

La manifestazione mette in mostra l’innovazione tecnologica applicata all’industria manifatturiera, attraverso aree in cui - grazie a macchinari funzionanti - vengono mostrati processi e lavorazioni dal vivo, per permettere agli operatori di aggiornarsi sulle novità.

La formazione tecnica dei propri dipendenti è infatti un asset fondamentale per le imprese del comparto e ben l’80,4% ha previsto investimenti in tal senso nei primi sei mesi dell’anno: in particolare, il 31,5% ha dedicato fino a 10 ore di aggiornamento, il 23,1% tra le 11 e le 20, il 14% tra le 21 e le 30 e il 11,9% oltre le 31 ore. In attesa di capire quante ore di formazione interna prevedranno le aziende in questa seconda parte dell’anno, emerge chiaramente l’intenzione a confermare il budget dedicato (64,5%).

"Come già evidenziato nella nostra precedente rilevazione, le imprese continuano a reagire positivamente, nonostante le numerose difficoltà date dall’attuale contesto economico", commenta Emilio Bianchi, direttore di Senaf.

"Questo perché -prosegue Bianchi- le imprese hanno compreso che per essere competitive è necessario avere un organico adeguato con competenze specifiche, anche se comporta sforzi economici ingenti".

"Sono tante infatti le imprese - sottolinea - che hanno scelto di mantenere invariato il proprio livello occupazionale, nonostante il costo del lavoro sia una delle maggiori criticità riscontrate, insieme a burocrazia e aspetti fiscali, e di investire tempo e budget sul proprio capitale umano: per oltre la metà degli imprenditori, infatti, la carenza di formazione tecnico professionale è un ulteriore fattore critico che potrebbe rallentare la crescita aziendale".

L’indagine rivela che, per ricercare operai e tecnici specializzati, la maggior parte delle aziende (64,6%) si affida alla scuola, e nello specifico, a Istituti tecnici (36,8%) e Istituti e scuole professionali (27,8%), mentre poco più di quattro su dieci si rivolgono ad agenzie di ricerca del personale.

In misura nettamente minore le aziende scelgono di fare inserzioni (16%), di affidarsi alla lungimiranza dei propri competitor e ‘pescare’ nel loro bacino dipendenti (9,7%) e di utilizzare il passaparola (8,3%).

Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai vincoli previsti dalle assunzioni sono, invece, le agenzie interinali i primi interlocutori delle imprese (47,2%) mentre circa 3 aziende su 10 preferiscono comunque non assumere e il 16,7% sceglie prestatori d’opera occasionali.

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