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Pasqua: per religione o per piacere tavola, il vino è forte tradizione

01 aprile 2015 | 13.42
LETTURA: 4 minuti

Sondaggio Winenews-Vinitaly, budget per Pasqua e Pasquetta da 20 a 50 euro.

Pasqua: per religione o per piacere tavola, il vino è forte tradizione

Non c'è forse ricorrenza che vanta tanti piatti tradizionali e simbolici come la Pasqua, molti religiosi, dalle carni ai dolci, passando per l'uovo, che rappresenta la vita che rinasce. E, soprattutto, c'è il vino, simbolo del sangue di Cristo nell'Ultima Cena e al centro del rituale della Cena pasquale ebraica, immancabile nell'accompagnare le "leccornie" che si portano in tavola dopo il lungo digiuno di Quaresima.

La conferma arriva da un sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly, a cui hanno risposto 1.033 "enonauti", appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web.

La maggioranza degli 'enonauti' (88%) ha intenzione di acquistare vino per la tavola di Pasqua. E la cosa riguarda sia chi la trascorrerà a casa (52%) sia chi invece la passerà fuori (48%): in particolare, il 45% acquisterà da 1 a 3 bottiglie, seguito dal 30% che si procurerà da 3 a 6 vini e dal 15% di chi ne comprerà oltre 6. Il budget destinato per stappare fino a Pasquetta, va da 20 a 50 euro per il 36% degli appassionati, da 50 a 100 euro per il 24% e da 100 a 200 euro per il 17%, e se il 7% spenderà da 10 a 20 euro, in pochi, appena il 3%, fino a 10 euro o oltre i 200 euro.

Tra i canali di acquisto (c'è anche chi ne indica più di uno), la maggior parte va direttamente in cantina (39%), seguita da chi si rivolge all'enoteca (33%), da chi invece fa la spesa in gdo (27%) e da coloro che, ma sono pochi (6%), fanno shopping sul web.

Certo è che a Pasqua sulla tavola così come per il vino, vince la tradizione, sulla quale gli "enonauti" preferiscono puntare nella scelta dei vini da stappare (69%). Ma c'è, comunque, un 31% di eno-appassionati che, invece, ne approfitta per sperimentare nuovi vini, soprattutto tra coloro che trascorreranno la Pasqua fuori casa, assaggiando etichette dei luoghi dove andranno, e magari visitando le cantine per acquistarle.

Nell'uno o nell'altro caso, la tendenza del vino della Pasqua è quella della scelta dei "secondi vini" delle grandi denominazioni italiane, "alternative" legate ad un consumo più informale e meno impegnato, ma sempre all'insegna della qualità. E così gli "enonauti" stapperanno sì un Barolo o un Barbaresco ma anche una Barbera, un Brunello e un Rosso di Montalcino, un Amarone ma anche un Valpolicella.

E, ancora, si va dalla Barbera al Nobile di Montepulciano, dal Chianti al Chianti Classico al Montepulciano d'Abruzzo, dall'Aglianico al Taurasi, dal Lambrusco al Sagrantino, passando per Negroamaro e Primitivo, Cannonau o rossi di Sicilia, ma anche Sangiovese di Romagna, Cesanese del Piglio e Cerasuolo di Vittoria. Così come accanto ai classici bianchi dell'Alto Adige o del Friuli, i wine lovers prediligono anche Soave e Vermentino, Verdicchio e Trebbiano, Pecorino, Fiano e Falanghina o un Greco di Tufo, un Gavi, un Frascati e una Vernaccia di San Gimignano.

E se il Prosecco guida le preferenze tra le bollicine, seguito da Franciacorta e Trentodoc, si stappano anche Asti e Oltrepò Pavese. Immancabili come i dolci pasquali, i vini per accompagnarli, dal Vin Santo al Moscato, dal Marsala alla Malvasia delle Lipari fino al Passito di Pantelleria.

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