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Pfizer 21 giorni, l'azienda su seconda dose: "Decisioni spettano ad autorità"

12 maggio 2021 | 14.13
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Marino: "L'azienda non può discostarsi da quanto approvato dalle autorità regolatorie, questo però non toglie e non può escludere che le autorità sanitarie possono raccomandare dosaggi alternativi per motivi di sanità pubblica"

(Afp)
(Afp)

Pfizer e tempi per seconda dose, l'azienda interviene di nuovo dopo aver sottolineato ieri che il vaccino "è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni" e dopo il prolungamento del richiamo a 42 giorni raccomandato dal Cts. "L'azienda - ha precisato il direttore medico di Pfizer Italia, Valentina Marino, ospite di RaiNews24 - non può discostarsi da quanto approvato dalle autorità regolatorie, questo però non toglie e non può escludere assolutamente che le autorità sanitarie possono raccomandare dosaggi alternativi per motivi di sanità pubblica. L'obiettivo comune è sconfiggere il coronavirus, le aziende mediche forniscono i propri dati, ma le decisioni finali rimangono alle autorità sanitarie".

Ieri Marino aveva spiegato che "dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto in Uk. E’ una valutazione del Cts che ha delle sue basi, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici, quindi la somministrazione a 21 giorni, perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione".

"Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose – ha aggiunto Marino - Abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe essere possibile una terza dose ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti, in quel caso una dose 'buster' potrebbe essere utile. Sul vaccino annuale - ha concluso - bisogna essere molto cauti, potrebbe essere necessario entro l’anno o magari entro due".

Oggi Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ad 'Agorà' Rai Tre ha difeso l'indicazione di allungare i tempi fra prima dose e richiamo per i vaccini a mRna a 42 giorni. ”Da medico rispondo in maniera molto chiara: l'intervallo tra la prima e la seconda somministrazione" di vaccino anti-Covid a mRna "prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l'efficacia dell'immunizzazione e ci permette di riuscire a somministrare molte più dosi di vaccino - ha sottolineato - Capisco che chi lavora nell'industria abbia atteggiamenti molto protettivi rispetto agli studi condotti e questi studi riguardavano principalmente un intervallo di 21 giorni" fra le due dosi, "ma studi della vita reale che si sono andati ad accumulare hanno esattamente indicato quel che dicevo prima e affermazioni come quelle che abbiamo sentito ieri" da Pfizer "rischiano solo di creare sconcerto e credo che sarebbero auspicabilmente evitabili".

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