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Piacenza, Guerini: "Avviata inchiesta interna su controlli"

23 luglio 2020 | 19.05
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il ministro della Difesa riferendosi ai fatti della caserma Levante: "Prime vittime voi carabinieri, no a spazi ambiguità"

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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''Ho condiviso tutte le iniziative in relazione ai provvedimenti che il generale Nistri ha avviato, per approfondire tramite un’inchiesta interna se vi sono stati elementi di criticità nei controlli e più complessivamente nell’organizzazione della realtà territoriale. Un lavoro che verrà fatto in maniera molto esigente e molto scrupolosa. Voglio che non vi sia alcuno spazio di ambiguità e di sospetto che possa alimentare, anche minimamente, da parte dei cittadini sfiducia verso l’Arma dei Carabinieri”. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini durante la sua visita, insieme al comandante generale dei carabinieri Nistri, alla caserma di Tor Bella Monaca a Roma, nella periferia sud-est della Capitale, riferendosi ai fatti della caserma Levante di Piacenza.

“Le prime vittime di questi fatti gravissimi siete voi, 110.000 uomini e donne che vestite questa uniforme. Forte sarà il mio impegno affinché vi sia chiarezza. Voglio che non vi sia alcuno spazio di ambiguità e di sospetto che possa alimentare, anche minimamente, da parte dei cittadini sfiducia verso l’Arma dei Carabinieri”, ha ribadito Guerini.

"La mia visita arriva in un momento triste per tutta l’Arma dei Carabinieri, sono qui oggi per portarvi la mia vicinanza, la mia riconoscenza e quella di tutti gli italiani per il lavoro che svolgete ogni giorno al servizio della legalità, con un impegno quotidiano e continuo”, ha detto ancora.

“Questo è il motivo per cui ho voluto essere qui con voi oggi: ribadire a tutti i cittadini italiani che l’Arma dei Carabinieri è un presidio di legalità. Le prime vittime di questi fatti gravissimi siete voi, 110.000 uomini e donne che vestite questa uniforme con impareggiabile dedizione, generosità e sacrificio”, ha dichiarato il ministro.

Le indagini della procura di Piacenza che ruotano attorno alla caserma Levante, i cui carabinieri avevano messo in piedi quello che loro stessi in un’intercettazione definivano una "associazione a delinquere" nata attorno allo spaccio di droga, si stanno ora concentrando sulle eventuali mancanze nella catena di controllo e sulle possibili responsabilità nella gerarchia dell’Arma, per capire come sia stato possibile che dal 2017 a oggi - con i fatti più gravi concentrati tra gennaio e giugno 2020 - i militari indagati in servizio presso la stazione ora posta sotto sequestro probatorio abbiano potuto agire indisturbati con arresti illegali, pestaggi, estorsioni e spaccio, talvolta anche assentandosi durante l’orario lavorativo per esempio per trasportare la droga. E' quanto si è appreso da fonti investigative, che nei prossimi giorni procederanno anche a sentire le vittime delle violenze contestate ai carabinieri. Nessuno di loro ha mai denunciato gli abusi subiti e alcuni sono ancora da identificare. Tra domani e dopodomani si terranno invece gli interrogatori di garanzia dei sei carabinieri arrestati, cinque ora in carcere a Piacenza e uno ai domiciliari.

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