Camusso: non ci si aspetterebbe imbrogli su dati ufficiali La proposta del giuslavorista Tiraboschi
"E' stato fatto un errore, e quando accade bisogna riconoscerlo e correggerlo, che è quello che abbiamo fatto". Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è intervenuto ieri sera a margine della festa dell'Unità a Milano sulla polemica nata sull'errore dei dati relativi ai nuovi contratti di lavoro forniti dal ministero.
"Questo computo dei 47 viene fatto impropriamente, comunque quello che a noi interessa - ha sottolineato - è quello che si sta verificando stabilmente da sette mesi, e cioè ogni mese c'è un aumento dei contratti a tempo indeterminato e un calo delle collaborazioni e dei contratti cocopro e co.co.pro. Quindi noi pensiamo che questo dato, peraltro confermato dai dati Inps di qualche giorno fa ci dia ragione su un obiettivo: quello di combattere la precarietà a fare tornare ad essere il contratto indeterminato il modo normale di assumere nel nostro Paese".
E ha aggiunto: "Oggi i contratti a tempo indeterminato sono più del 20 per cento. C'è un dato di un incremento rispetto all'anno precedente del 40 per cento. Questo per noi è un obiettivo che va consolidato nel tempo, tant'è che pensiamo che l'elemento che bisognerà garantire nel tempo è che il costo del contratto a tempo indeterminato debba essere strutturalmente più basso di tutti gli altri contratti, se vogliamo avere una scelta che promuova il contratto a tempo indeterminato". Sulle misure da adottare "dovremo trovare un equilibrio nella legge di stabilità". Sulle politiche attive "abbiamo già messo soldi in più perché nella riorganizzazione degli incentivi abbiamo spostato una quota di risorse sulle politiche attive".