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Europee, confronto tv Meloni-Schlein 23 maggio: da Vespa a 'Porta a Porta'

Vespa unico 'arbitro', tra Meloni e Schlein focus su idee e programmi. Le opposizioni protestano

Europee, confronto tv Meloni-Schlein 23 maggio: da Vespa a 'Porta a Porta'
10 maggio 2024 | 14.43
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Un unico arbitro: Bruno Vespa. Nessun dibattito allargato ad altri direttori, sarà lui e lui solo a dirigere la partita tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, giovedì 23 maggio a 'Porta a Porta'. A quanto apprende l'Adnkronos, dunque, nello studio di via Teulada saranno in tre: il giornalista e le due leader. Per un confronto che, viene spiegato, sarà "molto istituzionale": "L'obiettivo sarà quello di raccontare programmi, idee e proposte" in vista delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno, che vedono entrambe candidate.

Le novità del confronto

Quanto alla scelta della Rai - nelle settimane scorse erano circolate anche ipotesi che vedevano in campo La7 e SkyTg24 - dallo staff di Meloni spiegano che "andare su un'emittente privata non era possibile: la sede naturale per accogliere il confronto del presidente del Consiglio dei ministri è il servizio pubblico". Da qui, lo studio di Vespa, ribattezzato da sempre dagli addetti ai lavori 'terza Camera dello Stato'. Per un confronto che vede per la prima volta due donne 'incrociare le spade', l'una presidente del Consiglio, l'altra leader dell'opposizione. Ma non sarebbe questo l'unico elemento di novità.

Dallo staff di Meloni rimarcano infatti come, con questo faccia a faccia, la premier si presti a "qualcosa che nella politica italiana non si è mai visto prima: non è mai successo, infatti, che un premier in carica, nel pieno del suo mandato e delle sue funzioni, abbia accettato di confrontarsi in un incontro pubblico con un altro leader dell'opposizione. I confronti che abbiamo visto negli anni, infatti - viene rimarcato - si sono tenuti a pochi giorni dal voto per le elezioni politiche", quindi al giro di boa, ovvero "a mandato praticamente finito. Gli altri confronti, invece, sono stati fatti da ex premier ma mai da premier in carica". Il che farebbe di quella di Meloni "una scelta senza precedenti".

Le reazioni

"Il confronto a due con le sole Meloni e Schlein a sfidarsi nel salotto di Bruno Vespa rischia di violare pesantemente la par condicio. Non è consentito a nessuno, e alla TV pubblica in particolare, prestarsi a quello che è a tutti gli effetti un escamotage per forzare le regole del gioco in vista delle europee", dice il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai, Dario Carotenuto.

"Siamo alla vigilia di elezioni dove la dinamica maggioranza/opposizione non esiste, perché ciascuna forza politica va per conto suo. Ancora non c'è il premierato, per fortuna, e la Rai non può far finta che lo scontro sia solo a due né Meloni può scegliersi l'avversario a suo piacimento. Non ci interessa avere spazi in più ma siamo intransigenti nel dire no a giochetti di questo tipo. Già le liste elettorali sono piene di nomi che sono una presa in giro per gli italiani perché non andranno mai a Bruxelles, la Rai non può prestarsi a questa ulteriore presa in giro degli italiani", aggiunge.

"Chiediamo che non solo al Movimento 5 stelle e a Giuseppe Conte, ma ai leader di tutte le forze politiche venga riservato un trattamento analogo, con esattamente gli stessi tempi e le medesime fasce orarie e di ascolti. È un punto su cui è necessario che ci siano delle ampie e certe rassicurazioni, con specifica programmazione comunicata prima della data in cui la Rai ha programmato il confronto tra Meloni e Schlein", afferma ancora.

"Andrà in onda una farsa, il confronto televisivo tra Elly Schlein e Giorgia Meloni, due candidate civetta. La leader Pd e la Presidente del Consiglio un minuto dopo essere elette, non metteranno mai piede nella sede del Parlamento Europeo. Per loro le elezioni europee sono un sondaggio, un test sulla tenuta personale della loro leadership, ma dell’Europa e delle Istituzioni europee non gliene frega un fico secco", dice Davide Faraone, di Italia Viva.

"Diciamolo chiaramente: il confronto a Porta a Porta tra Meloni e Schlein è una enorme presa in giro degli elettori italiani. Un confronto fake, tra due candidate fake, a cui non si potrà chiedere nulla sul programma da realizzare a Strasburgo", afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.

"Sapete perché? Perché nessuna delle due ci andrà. Non so se è peggio la Rai che fa confrontare due leader di partito che già si sa non andranno all'Europarlamento, e quindi fa venire meno, ancora una volta, il suo ruolo di servizio pubblico, oppure le due leader che hanno proposto questo confronto, sapendo che per loro il valore delle elezioni europee è poco più di un sondaggio. Al contrario degli altri partiti, tutti i candidati della lista Stati Uniti d'Europa una volta eletti andranno a Strasburgo, a realizzare il programma per cui gli elettori li hanno votati scrivendo il loro nome sulla scheda elettorale. Questa è tutta la differenza tra un autentico progetto europeista e le liste che approcciano le Europee come fossero un concorso a premi con sorpresa, dove voti un candidato ma alla fine, ad essere eletto, sarà un altro", aggiunge.

In una nota intervengono anche i deputati di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, rispettivamente portavoce di Europa Verde e segretario di Sinistra Italiana: "Ci risiamo. È una specie di riflesso condizionato quello che ripropone a ogni turno elettorale l'idea che la politica possa essere ridotta a bianco e nero in un confronto duale che non rispecchia in nessun modo la realtà politica del nostro Paese. L'annuncio del confronto televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein rappresenta l'ennesima violazione della par condicio. Non si tratta di una questione formale ma di un problema sostanziale".

"Le elezioni Europee - spiegano i due parlamentari - si svolgono con un sistema proporzionale e un confronto come questo assume le caratteristiche di una forzatura in senso maggioritario della competizione che non è tra due candidate o leader di partito, per quanto autorevoli, ma tra diverse e molteplici proposte politiche rappresentate da partiti che si confronteranno nelle urne l'8 e il 9 giugno. In questo modo, si rischia di falsare e condizionare la campagna elettorale per le europee", mettono in guardia Bonelli e Fratoianni.

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