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Pompei: fermati due intrusi entrati negli scavi di notte, nessun danno

16 aprile 2015 | 16.19
LETTURA: 4 minuti

Il personale in servizio presso la Sala di controllo della Soprintendenza è intervenuto bloccandoli e allertando i carabinieri. Intanto la Cgil, in vista della visita il 18 del Presidente del Consiglio, recapita una lettera aperta a Palazzo Chigi: "Il Grande Progetto è al limite della delusione"

Gli scavi di Pompei - (foto Infophoto)
Gli scavi di Pompei - (foto Infophoto)

Ancora nel mirino il sito archeologico di Pompei. Due persone si sono introdotte la scorsa notte negli scavi. Il personale in servizio presso la Sala di controllo della Soprintendenza, che aveva rilevato la presenza dei due intrusi grazie alle telecamere di sorveglianza in funzione lungo il perimetro esterno dell'area archeologica, è intervenuto bloccandoli e allertando i carabinieri, che li hanno successivamente fermati. I due si erano introdotti nell'area archeologica scavalcando il cancello posto alle spalle della biglietteria di Porta Marina Superiore e scendendo, successivamente, verso le Terme Suburbane. Nessun danno è stato arrecato al monumento. Ma le polemiche sulla gestione del sito di Pompei non si fermano. Intanto, in vista della visita agli scavi archeologici, sabato prossimo, del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, le categorie sindacali della Cgil dei lavoratori del turismo Filcams, dei lavoratori edili Fillea e dei lavoratori del pubblico impiego Fp, hanno recapitato una lettera aperta al Premier: "A 3 anni di distanza il bilancio sull'operatività Grande Progetto Pompei è al limite della delusione".

"Nell'aprile del 2012 - scrivono i sindacati - salutammo con spirito positivo e ben augurante l'avvio del Grande Progetto Pompei, con la sottoscrizione del Protocollo di Legalità presso la Prefettura di Napoli alla presenza dell'allora presidente del Consiglio Monti e di quattro ministri coinvolti nel Progetto". In questi anni, al contrario, "abbiamo assistito ad una progressiva mortificazione del lavoro e delle professionalità. I ritardi sui tempi di esecuzione delle opere sono davanti agli occhi di tutti, il rischio di non farcela entro il prossimo 31 dicembre è nelle cose, e le aspettative occupazionali di tanti giovani restauratori sono state, al momento disattese". "Apprendiamo dal sito ufficiale, considerata l'assenza di sedi informative - prosegue la lettera - che sulla complessità dei progetti (39 all'origine) solo nove sono i cantieri transennati, tre conclusi (Criptoportico, Pareti Rosse, Casa D.Octavius Quartio), 18 gare in corso di aggiudicazioni e solo sette definitive". "E' evidente -sostengono- che c'è uno scarto tra le cose che si dicono in giro nelle varie audizioni e occasioni mondane e la realtà dei fatti". La Direzione generale di progetto, si legge nella lettera, "ha ancora una volta evidenziato il ricorso a strumenti di commissariamento che derogano dalla gestione ordinaria. Il ritorno alla normalità nella gestione del sito è l’unica condizione che può garantire un futuro a Pompei. Questo significa ripristino di una gestione pubblica non emergenziale, investimenti occupazionali per ripristinare l’organico necessario, reinternalizzazione delle attività tecnico-scientifiche, di manutenzione e vigilanza. Solo facendo questo, il Ministero potrà dire di aver salvato Pompei". Per queste e per altre ragioni, concludono i sindacati della Cgil, "ci si aspetta ben altro dal capo del Governo che non una fugace apparizione mediatica".

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