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L'intervista

Marattin, pranzo vietato a casa e multa: "Confermo scuse"

30 marzo 2021 | 14.13
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Il deputato di Italia Viva all'Adnkronos: "Ma mi chiedo come il Fatto Quotidiano lo abbia saputo ieri, una soffiata?"

Fotogramma
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"Un pranzo con 6 persone, ho già chiesto scusa e lo ribadisco. Detto questo mi chiedo come un quotidiano, il Fatto Quotidiano per la precisione, lo abbia saputo. Ieri, proprio mentre stavo scrivendo un post su Facebook in cui raccontavo l'accaduto, sono stato chiamato da un giornalista prima ancora che pubblicassi quel post. C'è stata una soffiata delle forze dell'ordine?". Così Luigi Marattin all'Adnkronos sulla vicenda che lo ha visto coinvolto per una multa per violazione di norme anti Covid.

"Voglio avvalermi delle mie prerogative di cittadino per capire come abbia fatto un quotidiano a venire a conoscenza della notizia fermo restando che io per primo la stavo rendendo pubblica. Vorrei verificare e approfondire". Nel post pubblicato ieri su Facebook, dal titolo 'L'importanza di essere umani, e quindi imperfetti', il deputato di Iv e presidente della commissione Finanze della Camera aveva scritto: "Ieri pomeriggio nella mia abitazione a Roma si è registrata una violazione della normativa anti-Covid, nella forma di un pranzo non consentito (non ha alcuna importanza se tale violazione riguardasse o meno il sottoscritto, visto che sono ovviamente responsabile di ciò che accade e di cui sono a conoscenza)".

"Le forze dell’ordine - che erano alla ricerca di una violazione ben più grave in un appartamento della zona, ma che si sono per caso imbattute nella nostra - sono intervenute e hanno irrogato le sanzioni conseguenti. Ringrazio le forze dell’ordine per il loro lavoro e chiedo scusa. Un parlamentare - conclude Marattin nel post - ha l’obbligo di dare il buon esempio e certamente così non è stato in questo caso".

Solidarietà del leghista Borghi

"Solidarietà a Marattin. Di tutte le non poche cose per cui avrebbe dovuto essere sanzionato (ingiurie, diffamazioni ecc. ecc.) questa è l'ultima. Non esiste che la polizia entri in casa a contare in quanti si è a tavola e poi gravissimo se sono entrati a casa di un Parlamentare". Così il deputato leghista Claudio Borghi su Twitter.

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