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Caccia ai rapitori dei ragazzi israeliani, Netanyahu: “Dietro c’è Hamas”. Striscione a S. Pietro: ‘Bring Back Our Boys’

15 giugno 2014 | 12.43
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Arrestati 80 palestinesi. I tre giovani sono stati sequestrati giovedì sera in Cisgiordania mentre tornavano a casa per il weekend. Il primo ministro israeliano: “Ci saranno serie conseguenze”. Hamas: “Affermazioni stupide”. Mobilitazione anche in Italia, appello di un gruppo di ebrei romani al Papa: “Aiutaci a liberarli”. Bergoglio: “Pregherò per loro”

Lo striscione a San Pietro
Lo striscione a San Pietro

Sono stati membri di Hamas a rapire i nostri ragazzi”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu a proposito dei tre giovani israeliani sequestrati giovedì sera in Cisgiordania mentre tornavano a casa in autostop per il weekend, come facevano tutte le settimane.

Le dichiarazioni di Netanyahu arrivano nel giorno in cui le autorità israeliane hanno riferito di aver arrestato 80 palestinesi nell’ambito delle operazioni di ricerca.

“Lo stesso Hamas - ha sottolineato Netanyahu - che Abu Mazen ha scelto come partner per il suo governo di unità nazionale”, ha detto il primo ministro israeliano, citato dai media israeliani all’avvio del consueto consiglio dei ministri della domenica, che oggi si tiene a Tel Aviv. “Tutto ciò porterà a serie conseguenze. Stiamo effettuando ogni sforzo per riportare i rapiti a casa”, ha aggiunto.

Prima dell’incontro, il premier ha parlato per una seconda volta con le famiglie dei rapiti, il diciannovenne Eyal Yifrah e i sedicenni Gil-Ad Shayer e Naftali Frenkel.

Hamas respinge l’accusa di Netanyahu, dichiarando che si tratta di affermazioni “stupide”. “L’arresto di 80 deputati, leader e studenti di Hamas in Cisgiordania rappresenta un’aggressione israeliana e riflette lo stato di confusione dell’occupazione israeliana”, ha detto a Gaza il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri. A suo parere, le accuse sono un tentativo di sabotare l’accordo raggiunto fra Hamas e Fatah per la formazione di un governo di unità palestinese.

Le ricerche dei ragazzi proseguono senza sosta. Israele ha richiamato alcune centinaia di riservisti nell’ambito della mobilitazione per ritrovare i tre adolescenti.

Il timore è che si ripeta il caso del soldato Gilad Shalit, rapito in Israele il 25 giugno 2006 e poi condotto nella Striscia di Gaza. Israele rispose con una vasta operazione militare nella Striscia ma Shalit fu liberato soltanto il 18 ottobre 2011 in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi.

Il portavoce militare tenente colonnello Peter Lerner ha riferito che l’esercito “rimane impegnato a risolvere questa situazione facendo uso di tutti i mezzi a sua disposizione”.

Sono state inoltre chiuse le aree di Hebron e Betlemme. I palestinesi possono passare solo per motivi medici o umanitari. Fra gli arrestati vi sono un leader spirituale ed ex portavoce di Hamas, Hassan Yousef, e alcuni deputati del parlamento palestinese: Fathi Muhammad Ali Qar’awi, Hassan al-Bourini, Abdel-Rahman Zidan e Khaled Abu Arafa.

Mobilitazione per i tre giovani israeliani anche in Italia. “Aiutaci a liberare i tre ragazzi rapiti in Israele. #BringBackOur Boys”, è il testo dello striscione esposto in piazza San Pietro in occasione dell’Angelus domenicale, per inviare una richiesta d’aiuto a papa Francesco relativa alla sorte dei tre studenti. A dare vita all’iniziativa un gruppo di ebrei romani costituitosi in modo spontaneo. Tra i partecipanti i consiglieri Ucei Noemi Di Segni e Silvia Mosseri.

Domenica sera alla sinagoga maggiore di Roma vi sarà una veglia di preghiera per la liberazione di Eyal, Naftali e Gil-Ad promossa insieme con il Rabbino Capo Riccardo Di Segni. Il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi, affinché la voce dell’Italia possa pesare nello sforzo internazionale e i tre giovani ragazzi vengano liberati.

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