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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

04 luglio 2014 | 10.20
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Garanzia Giovani é un'occasione importante per segnare una svolta nel funzionamento delle politiche attive per il lavoro. Ne siamo così convinti che proponiamo ai partner comunitari di renderlo una misura strutturale, che vada oltre i due anni di durata oggi previsti". E' il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a rimarcalo in una lettera aperta al "Corriere della Sera".

"Garanzia Giovani -scrive il ministro- é un piano ambizioso, una sfida complessa: é il primo banco di prova della capacità del nostro Paese di sperimentare su larga scala politiche attive per il lavoro; di stimolare la partecipazione attiva dei giovani che non studiano e non lavorano per offrire loro un ventaglio di opportunità".

"E il fatto che, al 2 luglio, più di 108.575 giovani si siano 'attivati' registrandosi sul sito nazionale e sui portali regionali é confortante" osserva Poletti. "Naturalmente, -prosegue- siamo ben consapevoli che, per una buona riuscita del piano, e' essenziale il coinvolgimento attivo del sistema imprenditoriale, perche' il lavoro lo creano le imprese. E' per questo che abbiamo firmato protocolli di collaborazione con le principali associazioni imprenditoriali e con due grandi imprese. E continueremo a farlo nei prossimi giorni". "E' un approccio innovativo, così come innovativa é stata la scelta, condivisa dalla sola Francia, -sottolinea Poletti- di presentare alla Commissione Ue un programma autonomo che, secondo anticipazioni di Bruxelles, potra' essere approvato gia' nei prossimi giorni. I piani degli altri Paesi, inseriti nel contesto della programmazione Fse, saranno approvati tutti in tempi successivi. Quindi, questa volta siamo tra i primi. Lo sottolineo per rispondere alle preoccupazioni espresse da più parti su questo punto".

"Il Trattato, approvato nel 1992, attribuiva l'obiettivo della crescita. Tutti pensavano di sottoscrivere un Trattato che garantiva la crescita nella stabilità. Si è creduto di ottenere il risultato con una semplificazione introducendo una regola di carattere generale, quella che va sotto il nome di Patto di stabilità e crescita". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 ore', l'economista Giuseppe Guarino, ex-ministro delle Finanze.

"Consisteva nello stabilire -continua Guarino- il principio inderogabile del bilancio in pareggio e nell'indicare un percorso di rientro. Un mezzo che non porta mai al pareggio. Perché se sei in una posizione di debito, non puoi indebitarti oltre". "Occorre ripensare il sistema Garanzia giovani. Per renderlo più efficace bisogna cambiare il target europeo che guarda ai soli giovani Neet, includendo gli studenti attraverso il coinvolgimento della scuola e dell'Università". La proposta è del sottosegretario al ministero dell' Istruzione, Gabriele Toccafondi, che, in un'intervista a 'Il Sole 24 ore', sollecita una "correzione di rotta per favorire una reale alternanza tra scuola e lavoro", mentre montano le polemiche sui risultati ancora limitati, in termini di posti di lavoro offerti dalle imprese (4.500-5mila per i 100mila giovani iscritti al portale), nel piano finanziato con 1,5 miliardi per il biennio 2014 e 2015, destinato ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono occupati, non studiano e non sono coinvolti in attività di formazione, i cosiddetti Neet.

"Occorre che l' Aspi sostituisca la cassa integrazione in tutti i casi - e sono molti, purtroppo - nei quali questa viene usata per nascondere una situazione di sostanziale disoccupazione. Se contemporaneamente si attiverà la condizionalità di cui parlavamo prima, questo porterà a una riduzione notevole degli sprechi di denaro pubblico ai quali assistiamo oggi, con persone che restano regolarmente in cassa integrazione per molti anni". Così il giuslavorista e senatore Pietro Ichino, in un'intervista a 'Libero Lavoro'.

"E' necessaria una legge che incentivi le assunzioni derivanti dal rientro in Italia delle produzioni precedentemente delocalizzate". Così, sul 'Corriere della Sera', il vicepresidente dell'associazione dei direttori del personale (Aidp) Paolo Iacci.

"Ora o mai più bisogna fare una scelta definitiva: sciogliere le attuali regioni", che oggi "sono dei mini-Stati senza che si sia sciolto lo Stato. Si raddoppiano i tempi e le funzioni e non si semplifica". Mentre in Parlamento si discute la riforma del Senato e il dibattito si scalda su elettività e immunità, il governatore della Campania Stefano Caldoro si concentra invece sul Titolo V e la materia concorrente. Per avanzare una proposta audace.

"E' certo -dice l'esponente di Fi, intervistato da La Stampa- che bisogna superare il bicameralismo e l' ipotesi di riforma dopo gli emendamenti dei relatori è migliore di quella precedente. Il tema però è che se fai una Camera delle autonomie e lavori sul Titolo V, allora è il momento di risolvere il grande problema italiano: la definizione dei poteri. Io credo si debba decidere che i poteri gestionali amministrativi siano, come previsto dalla Costituzione, in capo ai comuni e allo Stato, e quindi va rivisto il ruolo delle regioni. Da questo punto di vista la riforma mi sembra timida, e invece sarebbe il momento di una scelta definitiva: lo scioglimento delle attuali regioni".

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