cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 11:55
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

17 luglio 2017 | 10.25
LETTURA: 5 minuti

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Occorre assolutamente che i leader europei, in particolare di Francia, Germania e Italia, si riuniscano a Bruxelles per elaborare una politica comune di fronte al problema migranti. L' Italia non può accogliere le navi straniere colme di migranti, come del resto non può diventare la discarica delle masse di persone che arrivano dall' Africa e dal Medio Oriente mentre l' Europa non fa nulla per aiutarla". Lo dice Gilles Kepel, politologo francese, noto per i suoi studi sull'estremismo islamico, al Corriere della Sera.

"In Europa siamo i più complicati. Troppi adempimenti. Troppe scadenze ravvicinate e sovrapposte. Software di difficile comprensione. E poi la confusione perenne del legislatore che si smentisce con una norma dopo aver disposto il suo contrario nel decreto precedente. L' esito è il mal di testa costante di noi operatori. Che si riverbera anche sul nostro giro d' affari". Così Marcella Caradonna, prima presidente donna dell'Ordine dei dottori commercialisti di Milano, al Corriere della Sera.

Giuseppe Roscioli presidente di Federalberghi Roma parla con Il Tempo dell'ipotesi di un rimborso agli operatori per ospitare i migranti come è accaduto con il terremoto di Amatrice e di altre catastrofi del genere. "Sì, certo, ma non sarà mai come avere le normali prenotazioni e fare l' albergo pieno. Insomma, per chi vive di turismo e aspetta questo periodo dell' anno per far quadrare i bilanci sarebbe comunque un notevole disservizio e poi c' è una differenza fondamentale con Amatrice o altri terremoti che hanno colpito il nostro territorio. Gli albergatori che hanno accettato di ospitare le persone rimaste senza casa lo hanno fatto su base volontaria, come in genere accade in questi casi. Ovvero la Regione chiede la loro disponibilità attraverso un bando. Non mi risulta ci sia mai stata una "forzatura" da parte del Governo anche di fronte a casi umanitari".

Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e fino a poche settimane fa direttore della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana, in un'intervista a La Repubblica, non fa sconti al governo in carica circa il ritardo sulla legge sullo Ius soli. "È un ritardo che dimostra come si preferiscono i giochi di partito e gli interessi di breve durata alle vere esigenze e necessità del Paese. Siccome il tema lo si ritiene secondario si preferisce non andare ad affrontare una probabile crisi di governo. In questo modo, tuttavia, vincono i prepotenti sui piccoli che non hanno voce".

"Serve un nuovo patto, serve concertazione, servono progetti e una visione di lungo respiro, perché la povertà come conseguenza della crisi è e sarà ancora davanti a noi". Lo dice a La Stampa l'arcivescovo Matteo Zuppi, nominato da Papa Francesco alla guida della diocesi di Bologna alla fine del 2015, aggiungendo che i numeri e le statistiche dell' Istat sulla povertà in Italia "ci dicono che esiste una emergenza povertà in Italia, della quale dobbiamo prendere atto. Ci sono milioni di persone che vivono sulla soglia della povertà estrema. Dati che richiederebbero una presa di coscienza e uno sforzo ulteriore, invece di rallegrarsi perché qualche indice sulla crescita sembra andar bene. Ci sono vecchie e nuove povertà e il rischio è di arrivare sempre in ritardo, per alleviare la situazione, quando invece servirebbero soluzioni stabili".

Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, sfugge alle categorie e ne è fiero. "Scriva apicoltore", dice a La Stampa che lo ha intervistato. "Impossibile etichettare anche Alce Nero, -si legge nell'articolo- non un' azienda tradizionale, ma nemmeno una somma di cooperative. Più facile definirne lo scopo: diffondere in Italia (e non solo) il biologico". "Quarant' anni fa -spiega Cavazzoni- si sono unite delle cooperative di apicoltori. Il contesto è importante: negli Anni 70 sorgevano tante realtà di cooperative fondate da ragazzi senza esperienza di campagna, tutti laureati. C' era di tutto, anche gli allevatori di lombrichi, costavano 10 lire l' uno. Un movimento spontaneo, diciamo idealista. Nasceva dalla fine di un processo politico, dall' abbandono di un percorso, dalla disillusione". "Oggi non siamo una coop, ma una Spa: dodici soci". Fatturato? "Quest' anno supereremo gli ottanta milioni".

"I dirigenti italiani vogliono tornare protagonisti nel dibattito sociale, politico ed economico. In Italia ci sono 397 mila manager che finora non si sono mossi come classe dirigente del paese e che ora vogliono cominciare a farlo". Lo dice ad Affari e Finanza di Repubblica, Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, confederazione dei dirigenti d'impresa che raggruppa e rappresenta le due federazioni, Federmanager (dirigenti industriali) e Manageritalia (terziario e pubblica amministrazione). "Vogliamo cercare di dare voce a questo pezzo di classe dirigente del paese perché pensiamo che sia sostenuta da vero senso di responsabilità e che possa dare un contributo reale nel campo delle politiche economiche e fiscali del paese. Da settembre apriremo un confronto con la politica e poiché saremo vicini alle elezioni contiamo di ottenere maggiore ascolto". E aggiunge:"La demagogia delle pensioni d' oro la respingiamo in toto. Le pensioni d' oro sono quelle che non sono sostenute da contributi versati tutta la vita. Le nostre derivano dai rendimenti dei nostri contributi, che peraltro sono decrescenti al salire del reddito. Poi i nostri pensionati hanno dovuto sopportare cinque blocchi della perequazione automatica e svariati contributi di solidarietà".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza