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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

19 febbraio 2015 | 10.48
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Marcella Panucci, direttore generale della Confindustria, al 'Corriere della Sera': no ad atteggiamento 'punitivo' su falso in bilancio.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Le imprese sono preoccupate per la revisione delle norme sul falso in bilancio allo studio del governo. L'ipotesi di un emendamento in Senato che riporti l' intera materia nella fattispecie del reato penale configurerebbe "un regime eccessivamente punitivo" con la conseguenza di scoraggiare ulteriormente le imprese dall'investire in Italia. Lo dice Marcella Panucci, direttore generale della Confindustria, al 'Corriere della Sera'. Panucci chiede anche un "tavolo di confronto col governo", perché "non siamo pregiudizialmente contrari a una revisione della normativa e vorremmo dare il nostro contributo". "A tredici anni dalla riforma del 2002 troviamo corretto che ci sia una revisione della disciplina sulla base di ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato. Lo abbiamo detto in uno studio di Confindustria a dicembre. Ma la riforma deve essere equilibrata. Non possiamo oscillare da un regime molto garantista a uno estremamente punitivo", conclude.

"Il ricordo di tutte le volte in cui ho visto colleghi correre per provare a salvare detenuti con i polsi tagliati, o magari con il collo in qualche cappio. Ne hanno salvati tanti e li ho visti piangere quando non ce la facevano. Quei commenti sono un pugno alle nostre divise, al nostro impegno, al nostro lavoro". Luigi Pagano vice capo del Dap e, insieme con il numero uno Consolo, lo dice a 'La Repubblica'. "C' era arrivata una segnalazione e avevamo già avviato un' indagine interna. Perché è una cosa indegna. Il nostro nucleo investigativo si è messo immediatamente al lavoro per ricostruire i fatti e valutare la portata delle frasi. Non posso per il momento dire niente sull' indagine anche perché i nostri vertici relazioneranno al ministro. Ma se sarà accertato che gli autori di quei commenti sono agenti penitenziari, agiremo di conseguenza in sede disciplinare. E non faremo sconti", conclude.

Sulla scure del fisco che l' anno scorso si è abbattuta sulle Fondazioni di origine bancaria interviene su Avvenire il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. A mettere a rischio la piena attività annuale delle Fondazioni di origine bancaria era stato dapprima il provvedimento dello scorso luglio che aveva aumentato dal 20% al 26% l' aliquota del prelievo sulle rendite. Poi il secondo colpo che ha portato la base imponibile sui dividendi da tassare dal 5 al 77%. Per la Fondazione Cariplo (che ha un patrimonio di oltre otto miliardi e 60 milioni di euro) c'è stato un incremento delle tasse, in pochi mesi, di 25 milioni. Un effetto negativo neutralizzato però dall'ottimo rendimento netto degli investimenti, che è stato del 18,28%. "Senza questa ulteriore tassazione, in un anno così difficile per tutti - aggiunge Guzzetti -, probabilmente avremmo potuto fare ancora di più, portando sostegno alle attività verso il sociale, la cultura e l' ambiente fino a circa 175 milioni di euro. Comunque manterremo fermi gli obiettivi, concentrandoci sui giovani (educazione, formazione del capitale umano e occupazione), sul Welfare di comunità e sul benessere della persona, fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone anziane e fragili".

"La Libia? Sono ottimista". Paolo Scaroni, oggi vice presidente di Rothschild group e per nove anni numero uno dell' Eni, parla con 'Il Giornale' della situazione in Nord Africa e dice: "Più che immaginare un intervento, mi immagino un forte sostegno ai Paesi vicini, soprattutto l' Egitto". Scaroni ritiene che la missione militare avesse senso tre anni fa. "Sarebbe servito a disarmare tutte le milizie in Libia. Ma al punto in cui siamo, concordo con il premier Renzi, per un intervento servono (...) (...) 100mila uomini". La Libia è "un piccolo Paese, con sei milioni di abitanti. Poi ha molte risorse. Anche con i prezzi del petrolio a 50 dollari al barile, tutti i libici potrebbero vivere di rendita. Non è un problema di sopravvivenza. Quindi credo che alla fine il buon senso prevarrà. Poi, i due fratelli maggiori della Libia, l' Egitto e l' Algeria, vedono come la peste uno stato jihadista alle porte di casa e faranno di tutto per evitarlo".

"Siamo pronti ad affrontare a viso aperto il mercato, anche con l' arrivo di Netflix". Daniela Biscarini, responsabile multimedia entertainment di Telecom Italia, parla con 'Il Sole 24 Ore' degli obiettivi di Timvision per il 2015. "Dico solo che si tratta di obiettivi sfidanti", spiega. Di certo, per la piattaforma di videostreaming di Telecom Italia è evidente che il 2015 sarà l' anno della verità. "Noi crediamo nell'enorme potenziale di questa attività. Non per niente c' è stato un rebranding (prima si chiamava Cubovision, ndr) per rendere più chiaro il link con il marchio Tim. Non lo si sarebbe fatto se non con forti convinzioni di partenza".

Il Rettore dell'Università di Bari Antonio Uricchio, commenta con 'La Repubblica' il fatto che esistono università di serie A e di serie B. "Io credo molto nella valorizzazione dei meriti e degli strumenti valutativi, quindi sì. Occorre però che vengano assicurate a tutti pari opportunità e risorse. Perché è facile volare alto quando si dispone già di grosse risorse", dice. "Attraverso l'Anvur abbiamo elaborato criteri di valutazione della ricerca, della didattica, è importante anche l' opinione degli studenti".

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