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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

17 settembre 2014 | 10.06
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Damiano: "Dobbiamo approvare la delega facendo al massimo tre passaggi, così da finire a inizio novembre, in modo che si possa portare la riforma del lavoro in Europa".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Occorre un assetto organico, non è un problema di flessibilità insufficiente. Prendiamo l'apprendistato. Ogni anno ci sono meno di 400mila avviamenti. Il fatto è che fare un contratto di apprendistato è complicato: ci sono tre tipologie, poi ci sono le norme regionali". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. "Per le imprese il peso è la formazione inutile -fa notare- quella che gratifica i formatori ma non i destinatari. Si riduca l'apprendistato a un contratto di collegamento tra l'istruzione e il lavoro e il professionalizzante diventi un contratto di inserimento, con linee guida unitarie focalizzate sui fabbisogni formativi".

"Ricordo che l'articolo 18 -osserva Marina Calderone- riguarda una minoranza di aziende. Se il limite di 15 dipendenti è giudicato un blocco alla crescita dimensionale, allora bisogna riflettere su tutti i vincoli che nascono con il superamento dei 15 addetti. In realtà, serve tanta semplificazione e meno oneri sul lavoro".

"Alla valorizzazione del 'made in Italy' possono contribuire tutti, aziende grandi e piccole, con prodotti di lusso o con beni meno esclusivi, a patto di valorizzare il proprio heritage - parola che racchiude le radici, la cultura, i valori e il saper fare - nella comunicazione di marca. Se a tutto questo si aggiungesse una campagna nazionale per la valorizzazione della bellezza dell'Italia si creerebbe una cassa di risonanza capace di amplificare i messaggi dei singoli.Nascerebbe spontaneamente una sorta di concorso per il 'Made in Italy' più bello. E' una proposta che lancio anche come co-fondatore della 'Fondazione Italia Patria della Bellezza' voluta da Maurizio di Robilant". Lo scrive al direttore de 'Il Sole 24 Ore', Andrea Illy, presidente Fondazione Altagamma.

"Il giudizio sulle parole del premier? Molto positivo, ha lanciato messaggi importanti. Vuole andare avanti rapidamente sulla riforma del mercato del lavoro, è disposto a superare eventuali resistenze con un decreto legge, è intenzionato a intervenire sul cuneo fiscale. E in generale sembra ascoltare le esigenze che vengono dal mondo degli imprenditori. A partire dalla necessità di intervenire sulle regole del lavoro". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria.

"Dobbiamo approvare la delega facendo al massimo tre passaggi, così da finire a inizio novembre, in modo che si possa portare la riforma del lavoro in Europa. Ma accanto ai tempi, esaminiamo i contenuti". Così, in un'intervista a 'Libero', il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. "Sono perché l'articolo 18 -afferma- sia sospeso per un periodo di prova anche lungo, ad esempio fino a tre anni. Si può discutere".

"La maggior parte delle aziende italiane hanno meno di 15 dipendenti, dunque lì non si applica l' articolo 18. Quelle aziende hanno aumentato l'occupazione in questi anni? Ma per piacere..". Così, in un'intervista a 'La Repubblica, il leader della Fiom Maurizio Landini.

"Noi abbiamo proposte -fa notare- proponiamo di estendere a tutti la cassa integrazione facendo pagare anche le imprese sotto i 15 dipendenti. Proponiamo di ridurre le forme di contratto per evitare la giungla di oggi, di abbassare l'età pensionabile per fare posto ai giovani, di istituire una forma di reddito minimo legato alla disponibilità al lavoro".

"L'articolo 18, come l'insieme delle nostre regole sul mercato del lavoro, non è più ammesso dalla realtà globale in cui le aziende si muovono". Così, in un'intervista a 'La Stampa' Fabio Storchi, presidente della Federmeccanica. "Non si tratta di accusarsi reciprocamente -spiega riferendosi al sindacato- Credo che sia finita l' epoca della contrapposizione. Bisogna andare verso una maggiore partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori all'interno dell'azienda. Se c'è un modello da seguire, questo è quello della Germania".

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