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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

04 aprile 2014 | 09.37
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 4 apr. (Labitalia) - "Il vostro è uno dei Paesi della zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Un cambiamento di rotta, a parte ogni considerazione di progresso sociale, potrebbe avere effetti benefici sulla produzione di reddito aggiuntivo e, quindi, sull'uscita da un periodo di stagnazione". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. "Considero ambizioso il programma di Renzi - fa notare - perché spazia dal mercato del lavoro alla riforma dei servizi fino al miglioramento di un sistema giudiziario oggi molto lento. Mi pare che la sua sia un'impostazione di politica fiscale che guarda più alla riduzione delle spese che all'aumento delle entrate tributarie, grazie anche agli obiettivi della spending review di Carlo Cottarelli che era con noi a Washington fino a non molto tempo fa".

"In Italia, per tante ragioni, c'è scarsa conoscenza di chi opera sui mercati, delle differenze sostanziali tra gli investitori di lungo termine come noi e gli speculatori a breve come gli hedge fund, tra gestori passivi e investitori attivisti". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Andrea Viganò, country head in Italia del fondo BlackRock Italia . "In Italia e all'estero cresce la percezione - osserva - che i problemi delle banche siano in via di superamento. E le recenti scelte di bilancio e trasparenza fatte dai big come Unicredit e Intesa hanno dato una spinta in più: le svalutazioni per decine di miliardi di euro hanno evidenziato coraggio e serietà. Come speriamo faccia l' Italia. Ma spero anche di più: che si smetta di considerarci come il lupo di Wall Street".

"Tagliare il costo del lavoro in una struttura pubblica non è impresa facile. In più non è vero che la proporzione sia 80 spese di funzionamento e 46 milioni solo per la promozione". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', Riccardo Monti presidente dell' agenzia per il commercio estero. "Va meglio compreso il dato sugli stipendi - avverte - che paghiamo per la rete estera dell' Ice. Le persone che si trovano nei loro uffici sui grandi mercati aiutano annualmente 35 mila imprese italiane. Dunque anche nei costi di funzionamento c'è indirettamente una parte che è legata alla promozione del made in Italy Insomma l'Ice ora è un gioiello di efficienza Stiamo facendo in grande sforzo per ottimizzare una macchina molto pesante. In tre anni abbiamo fatto una spending reviewche ha abbassato i costi del 30%. Abbiamo ora meno personale, abbiano tagliato l'acquisto di beni e servizi e chiuso una trentina di sedi estere beni e servizi. Questo partendo da un ente soppresso e con una fase di transizione lunga e complessa A proposito di sedi all'estero pagate ancora sei milioni per affittarle".

"I periti industriali fanno parte a pieno titolo delle professioni intellettuali e tali vogliono restare". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali Giampiero Giovannetti. "Significa che per restare nell'ambito delle professioni intellettuale il nostro riferimento sarà quel livello D -ammette- stabilito nella direttiva qualifiche (recepita nel decreto legislativo 206/07, ndr) che prevede per l'esercizio di una professione intellettuale una formazione post-secondaria di tipo universitario o equivalente, di durata almeno triennale. Si tratta di un riferimento normativo nel quale il nostro Consiglio nazionale crede, ma che parallelamente non potrà che essere accompagnato anche dalla ricerca di una forma alternativa alla formazione universitaria. Una formazione che sia di pari livello e di stesso riconoscimento".

"Un risparmio verrà dalla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare-culturale all'estero, conseguenza del decreto legge 95 che ci chiede un taglio del personale e di 33 strutture all'estero. Una seconda voce sarà un utilizzo razionale dei nostri immobili all'estero: verificheremo quali sono strettamente necessari e quali invece possono essere dismessi e venduti. I proventi li useremo per ristrutturare, ammodernare e "compattare" gli uffici: per esempio a Vienna (ma ci sono anche altri casi) abbiamo sedi una rappresentanza presso l'Osce, una presso l'Onu, la sede bilaterale, i consolati, l'istituto di cultura... possiamo spendere meno in affitti e vendere il superfluo. Poi ci sarà un "ritocco sostenibile" dei contributi alle organizzazioni internazionali. E infine avremo una revisione del trattamento e delle indennità di servizio dei dipendenti della Farnesina all'estero". Così, in un'intervista a 'La Stampa', l'ambasciatore Elisabetta Belloni, direttore del personale della Farnesina e stretto collaboratore del ministro Mogherini.

"Le novità introdotte con il decreto per apprendistato, lavoro a termine e lavoro in somministrazione al di là da miglioramenti possibili, indicano che il governo parte col piede giusto per la nuova disciplina del mercato del lavoro". Così, in un'intervista a 'Libero', il presidente di Assolavoro Luigi Brugnaro. "Le semplificazioni previste dal decreto Poletti, in particolare il superamento totale delle causali - sottolinea - rispondono a quanto le agenzie per il lavoro chiedono da tempo, con un percorso che punta a dividere in maniera netta, anche in tema di lavoro, il grano dalla crusca. Da una parte la flessibilità buona che garantisce la retribuzione e i diritti previsti dalla legge e dai contratti collettivi e che ha nella somministrazione la forma più qualificata, dall' altra le forme di precarietà".

"Basta con le posizioni ideologiche. Sono 20 anni che qualcuno grida a una deriva orientale dei diritti e intanto ci siamo fatti passare addosso di tutto: la precarizzazione delle false partite Iva, dei cocopro, eccetera. Il mercato è cambiato e la questione principale è dare lavoro e dare tutele, con il sostegno al reddito e con la possibilità di formazione. Auspico che chi sa fare bene le cose venga coinvolto il più possibile, il Paese ha bisogno di efficienza e non può più perdere tempo". Così, in un'intervista a 'Libero', Magda Maurelli, segretario generale Uil Temp. "Se il governo pensa di produrre occupazione con il contratto a termine - fa notare - si sbaglia. Non è uno strumento nemmeno concorrenziale con il contratto di somministrazione: nella vacatio tra un posto e l'altro non ci sono strumenti di tutela e sostegno. Oggi bisogna preoccuparsi delle reti tra imprese, sono loro a creare occupazione, e fare un piano di sviluppo per il Paese. Capiamo prima di tutto su quali settori dobbiamo investire per trainare l'economia".

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