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Reboani, con Amva avviati a tirocinio quasi 4.000 giovani

12 febbraio 2014 | 16.41
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Reboani, con Amva avviati a tirocinio quasi 4.000 giovani

Roma, 12 feb. (Labitalia) - "Questo progetto è il tentativo di costruire un circuito virtuoso tra le politiche del lavoro e le politiche industriali: grazie ad Amva ('Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale') abbiamo coinvolto circa 100 distretti produttivi. In ogni distretto ci sono dei gruppi di imprese e credo che alla fine abbiamo totalizzato circa 300 imprese, mentre per quando riguarda i giovani sono stati avviati a un tirocinio circa 3-4.000 giovani". Così Paolo Reboani, presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro, parla con Labitalia di Amva, uno dei progetti più significativi che l'agenzia tecnica del ministero del Lavoro sta portando avanti e che sta incassando risultati positivi.

"I risultati sono molto buoni: stiamo cominciando ad avere le prime conferme in alcune regioni -sottolinea Reboani- perché in alcune aree ci sono tassi di conversione dei rapporti di lavoro dei ragazzi da tirocini a contratti a tempo determinato o indeterminato, superiori all'80%. Tutti gli imprenditori sono contenti, ed è un modo che è stato reputato molto utile per reperire nuove competenze".

Amva è un programma promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, attuato da Italia Lavoro, con il contributo dei Pon del Fondo sociale europeo 2007-2013 Azioni di sistema e Governance e azioni di sistema, con l'obiettivo di sostenere e diffondere la formazione on the job e l'inserimento occupazionale di giovani che si trovano nello stato di svantaggio. Alla base di tutto c'è lo strumento dell'apprendistato e il trasferimento di saperi dai titolari delle botteghe artigiane agli apprendisti.

"Insieme alle Regioni -spiega Reboani- abbiamo scelto un distretto produttivo per ogni provincia, tra quelli più caratteristici del made in Italy. E comprendendo tutti i settori: dall'auto all'elettronica, dalla grande moda ai servizi. Abbiamo anche scelto insieme alle Regioni, attraverso un bando, le imprese, e abbiamo chiamato i giovani". La seconda fase è stata quella del "matching, dell'incontro, tra giovani e aziende, per avviare i giovani in un percorso che comincia con un tirocinio e che dovrebbe proseguire con l'apprendistato e poi con un contratto a tempo indeterminato". Gli obiettivi sono chiari, spiega Reboani: "Investimenti sui giovani, aumento del capitale umano e in qualche modo recupero o potenziamento del made in Italy".

La fotografia del mercato del lavoro scattata da Reboani tiene conto innanzitutto dell'articolazione territoriale. "L'osservatorio di Italia Lavoro -dice- è ovviamente molto parziale: guarda a quello che sono le realtà delle imprese nel territorio e anche a quelle che sono le richieste dei giovani a seconda dei nostri programmi. Noi non possiamo che far altro che fotografare una situazione che è molto simile a quella resa dai dati di carattere generale cioè uno stato del mercato del lavoro molto critico sulle due fasce principali, giovani e lavoratori di mezza età che escono per le crisi industriali".

"Quello che invece notiamo e che forse il Paese ancora non vede -conclude Reboani- è che indubbiamente ci sono alcune aree del Paese, soprattutto quelle dove ci sono imprese di export, che stanno cominciando ad assumere, hanno un buon ritmo di assunzioni, insomma danno speranze. Ovviamente, è ancora troppo presto per fare una tendenza generale: è un terzo del Paese, sono aree molto particolari, e abbiamo bisogno di qualcosa di più", conclude

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