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Reggio Emilia: sgominata banda rapinatori da 1 mln di euro, 18 indagati

06 marzo 2015 | 13.49
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Sono 18 gli indagati nell'ambito dell'operazione 'Free town' messa a segna dai Carabinieri, che hanno scoperto e decapitato una banda di rapinatori. Al gruppo, per lo più composto da cittadini moldavi, sono attribuiti oltre 50 rapine messe a segno dal 2008 tra l'Emilia Romagna e Padova. Oltre un milione di euro, il 'fatturato' illecito della banda.

Reggio Emilia: sgominata banda rapinatori da 1 mln di euro, 18 indagati

I carabinieri di Reggio Emilia hanno sgominato una banda di etnia moldava dedita ai furti e rapine in negozi, appartamenti ed aziende, in grado di realizzare un volume di affari illeciti di oltre un milione euro. Per anni il gruppo avrebbe depredato le province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Padova. L'operazione, battezzata 'Free town', e scattata ieri all'alba si è conclusa l'iscrizione nel registro degli indagati di 16 moldavi, aventi un’età compresa tra 28 e i 53 anni tutti dimoranti a Reggio Emilia e provincia. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in aziende, negozi ed appartamenti e rapina.

Nell’ambito dell’inchiesta sono indagati per il reato di ricettazione anche due italiani, un calabrese 42enne residente a Reggio Emilia e un 34enne partenopeo residente in provincia di Chieti. Oltre 50 i furti, dal 2008 ad oggi, attribuiti alla banda ed una ventina le perquisizioni domiciliari eseguite da un centinaio di carabinieri.

Nel corso delle perquisizioni effettuate nell’hinterland del capoluogo reggiano, dove la banda aveva base, i carabinieri hanno sequestrato ingente refurtiva, del valore stimato di svariate decine di migliaia di euro, costituita da telecamere, macchine fotografiche, tablet, smartphone, biciclette, navigatori satellitari, rasoi ma anche tabacchi, attrezzi edili e da giardinaggio, salumi, punte di parmigiano. Tutto è stato sequestrato insieme a molta attrezzatura da scasso. Recuperata anche un’autovettura e un furgone rubati che i rapinatori utilizzavano probabilmente come ariete per i colpo con spaccate e uno jammer, ovvero un disturbatore di frequenze capace di spegnere i dispositivi di allarme anti-furto.

(Adnkronos) - Le indagini dei militari di Castelnovo Monti hanno rilevato che i furti erano preceduti da minuziosi sopralluoghi. I furti, quasi sempre a bordo di mezzi rubati poco prima, venivano consumati tra i 30 secondi e i 4 minuti attraverso il metodo della cosiddetta 'spaccata' o con l’utilizzo di mazze di ferro. La refurtiva, solitamente nell’ordine di svariate decine di migliaia di euro a colpo, veniva stoccata in appositi siti nell’hinterland reggiano in attesa di essere piazzata probabilmente a compiacenti commercianti che ripulivano la merce per poi rivenderla nei rispettivi negozi. Commercianti su cui ora i carabinieri stanno indagando, ipotizzando il reato di ricettazione.

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