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Ricerca: contrordine, radicali liberi 'amici' della longevita' (2)

08 maggio 2014 | 14.26
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(Adnkronos Salute) - Gli scienziati della McGill University hanno osservato che questo stesso meccanismo, quando stimolato nel modo giusto dai radicali liberi, in realtà rinforza le difese cellulari e allunga la durata della loro vita. "Si crede che i radicali liberi siano dannosi e provochino invecchiamento, ma la cosiddetta 'teoria dell'invecchiamento da radicali liberi' non è corretta", assicura Siegfried Hekimi, autore senior dello studio. "Abbiamo capovolto questa teoria provando che la produzione di radicali liberi aumenta durante l'invecchiamento perché queste molecole in realtà combattono, non causano, l'invecchiamento. Nel nostro organismo modello, infatti, noi possiamo elevare la creazione di radicali liberi e questo ha come effetto una vita più lunga" per i micro-vermi.

La scoperta ha implicazioni significative: "Mostrando i reali meccanismi molecolari con cui i radicali liberi possono avere un effetto pro-longevità, si ottiene un'ulteriore forte evidenza dei loro effetti benefici come molecole di segnalazione", sottolinea Hekimi. "Questo significa anche che la segnalazione dell'apoptosi può essere usata per stimolare meccanismi che rallentano l'invecchiamento. Non sarà facile, ma esistono già molti strumenti farmacologici per manipolare il segnale apoptotico". Usare questo segnale in versione 'pro-longevità' "potrebbe essere utile nelle malattie neurodegenerative", se indirizzato non a uccidere ma ad aumentare la resistenza delle cellule danneggiate allo stress, conclude lo scienziato.

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