(Adnkronos Salute) - "Per la prima volta siamo in grado di definire le regioni del genoma che possono essere attive in condizioni normali o patologiche", spiega Winston Hilde, professore associato di biologia informatica e computazionale alla Harvard School of Public Health americana, uno degli autori leader del principale articolo sull'Atlante pubblicato da Nature. E questo per tutte le cellule, "siano di cervello o di pelle, o staminali del sangue o follicoli piliferi".
Per lo scienziato "si tratta di un grande passo avanti che aumenterà la nostra capacità di capire le cause delle malattie. Ora, infatti, siamo in grado di 'puntare il mirino' sui geni coinvolti in particolari patologie, nel tessuto o nella cellula in cui hanno sede e agiscono. Questo nuovo Atlante - conclude Hilde - ci indica esattamente dove dobbiamo cercare le varianti genetiche che potrebbero scatenare le varie malattie".