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Renzi: "Referendum costituzionale? Conta vincere, mi gioco tutto"

11 aprile 2016 | 18.09
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"Quello che conta è vincere, mi gioco tutto". Prima del suo intervento in Aula il premier Matteo Renzi risponde così a chi gli chiedeva quali percentuali si aspettasse al referendum costituzionale. Poi parlando a Montecitorio rivendica il lavoro fatto: "Oggi la classe politica dà una lezione a tanti, finalmente la politica mostra la parte migliore di se stessa", dando "una grandissima lezione di dignità al resto della classe dirigente di questo Paese". Nella sua replica al termine della discussione generale sulle riforme, Renzi esprime un "grazie" al Parlamento, anche a coloro che "non partecipano", perché "nulla toglie al lavoro che hanno fatto anche loro". "C'è un senatore a cui dobbiamo tutto: Giorgio Napolitano - aggiunge Renzi - . E' stato il senatore Napolitano in un intervento che fu applaudito anche da una parte di coloro che non sono qui oggi, utilizzando parole sferzanti a sfidare il Parlamento a fare di questa legislatura, una legislatura costituente". "Siamo a un passaggio straordinario", un passaggio " a cui non tutti credevano e in molti casi anche noi pensavamo di non credere più di arrivare a questo passaggio storico per il Paese". "Una democrazia che non decide è l'anticamera della dittatura", ha detto il premier, facendo riferimento allo spirito della riforma prevista nel ddl Boschi.

"La nascita di questo governo - dice il premier in uno dei passaggi fondamentali del suo intervento - è dovuta al fatto che l’esecutivo precedente si trovava in una condizione di stagnazione, è stata subordinata all’impegno preso a realizzare una serie di riforme, che possono piacere o meno. Nel momento in cui su quella più importante non vi fosse il consenso è principio di serietà politica trarne le conseguenze", spiegando sua intenzione di dimettersi in caso di sconfitta al referendum confermativo.

"Oggi vince la democrazia, scappare dal dibattito è indice di povertà sui contenuti", dice Renzi parlando poi dell'uscita dall'Aula delle opposizioni: "Uno può dire che non è d'accordo ma scappare dal dibattito è indice di povertà sui contenuti". "Io ho preso terribilmente sul serio le critiche delle opposizioni che oggi sono scappate. Non andrà tutto bene ma siamo certi di aver finalmente adempiuto a un obbligo morale, giuridico, politico e culturale".

"Non pensiamo di aver fatto tutto bene, ma aver adempiuto ad un obbligo morale, giuridico, politico e culturale è stato l'unico modo - ha aggiunto il premier - con il quale oggi noi oggi possiamo essere degni di rappresentare il popolo italiano".

"Saranno gli italiani poi a decidere con il referendum, che - sottolinea Renzi - mi vedrà in campo con tutte le mie energie", lanciando la sfida per il prossimo autunno.

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