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Roma, bambina morta a Villa Mafalda: 5 rinvii a giudizio

27 giugno 2016 | 17.26
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Per la morte di Giovanna Fatello, la bambina di 10 anni che aveva subito un intervento di timpanoplastica, il gup Elvira Tamburelli ha rinviato a giudizio cinque persone. Si tratta di due anestesisti, di due chirurghi e della direttrice sanitaria della clinica romana Villa Mafalda dove era avvenuto l'intervento. Il giudice ha disposto che il processo si svolga il 22 novembre prossimo e in giudizio compariranno gli anestesisti Pierfrancesco Dauri e Federico Santilli, i chirurghi Giuseppe Magliulo e Dario Marcotullio nonché la direttrice sanitaria Rossella Moscatelli.

Le imputazioni per i medici sono quelle di omicidio colposo e falso mentre alla direttrice della clinica è stata contestata l'accusa di falso.

Secondo quanto contestato gli anestesisti avrebbero causato la morte della ragazzina "a causa di un processo di ipossia-bradicardia e arresto cardiaco in asistolia". Per quanto riguarda i due chirurghi avrebbero continuato l'intervento benché Dauri si fosse allontanato dalla sala operatoria e mentre non c'erano le necessarie condizioni per ventilare la bambina. Un'altra accusa di falso per tutti gli imputati si riferisce al fatto che nella cartella clinica e nel referto della morte venne annotato un falso orario del decesso.

In una nota della clinica si legge che "in merito all’esito dell’odierna udienza preliminare, la Casa di Cura Villa Mafalda attende con fiducia il lavoro della Magistratura, auspicando che il giudizio possa finalmente accertare una verità necessaria per tutti dal momento che dopo più di due anni di indagini non sono ancora emerse le reali ragioni della morte della piccola Giovanna Fatello".

"Nel corso dell’udienza preliminare, la stessa famiglia Fatello, tramite il proprio difensore, ha formulato la richiesta di astensione del pm, dopo che quest’ultimo ha dichiarato di non essere sicuro della causa della morte della bambina - prosegue la nota - Ad oggi, infatti, non esiste alcuna consulenza medica che confermi le ipotesi formulate dal Pubblico Ministero, il quale ha dichiarato, non potendo formulare un’accusa certa, che la verità dovrà essere accertata in giudizio".

"In merito alla posizione del proprio Direttore Sanitario, Dott.ssa Rossella Moscatelli, che è stata rinviata a giudizio, riteniamo questo un atto dovuto da parte della Magistratura, poiché l’intervento della stessa nella vicenda è limitato alla sola trascrizione, sul certificato di morte, dell’orario del decesso riportato in cartella clinica. La stessa non ha avuto alcun ruolo né nel corso dell’intervento chirurgico né durante la successiva fase delle manovre rianimatorie".

"Villa Mafalda ribadisce che nel corso delle indagini la Clinica, nella persona del proprio legale rappresentante, non è mai stata iscritta nel registro degli indagati poiché ritenuta, sin dall'inizio, estranea ai fatti - continua la nota - Le sale operatorie della Clinica erano e sono un luogo sicuro, dotate di attrezzature all'avanguardia e rispettose di tutte le prescrizioni imposte dalla legge, tanto che nel corso dell’udienza odierna nessuno ha sollevato alcun dubbio al riguardo".

"Quel tragico giorno, infatti, tutte le apparecchiature della Clinica hanno funzionato regolarmente - si sottolinea - come dichiarato dalla stessa perizia disposta dal pm. Nonostante questo, anche nelle ultime settimane, alcuni giornali hanno continuato a gettare ombre e a seminare dubbi, sentenziando sommariamente sulle responsabilità dei cosiddetti 'vertici' di Villa Mafalda. Con leggerezza, si è scritto di 'omertà diffusa' di 'veri e propri tentativi di depistaggio' da parte della clinica. Niente di più falso".

"A conferma di quanto sopra, lo stesso Pubblico Ministero, nella propria memoria al gip ammette testualmente che 'Non è emerso, dalle conversazioni intercettate, un concerto, all’epoca dei fatti, per fornire una falsa indicazione della tempistica dell’intervento chirurgico del 29.03.14 e della successiva fase rianimatoria'. Il nostro pensiero va adesso alla famiglia e alla magistratura - conclude la nota della clinica - dalla quale ci attendiamo, dopo la decisione odierna, una parola definitiva di verità e di giustizia".

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