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Roma, salvo grazie a chirurghi ospedale dei Castelli dopo 6 mesi di cure

06 dicembre 2022 | 14.02
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Il chirurgo James Casella: "Quello che è accaduto a Singh è davvero un successo di cui siamo orgogliosi. La notte del suo arrivo ero di turno, era un caso disperato"

Roma, salvo grazie a chirurghi ospedale dei Castelli dopo 6 mesi di cure

Un incidente in macchina, l'impatto con il guardrail e il volo fuori dall'abitacolo. La corsa in fin di vita verso il pronto soccorso del Nuovo ospedale dei Castelli (Ariccia) dell'Asl Roma 6 a pochi chilometri dalla Capitale. L'amputazione di un gamba, una grave frattura dell'addome, la milza e alcuni organi gravemente compromessi. I medici fanno di tutto per salvargli la vita con diverse operazioni chirurgiche. Oggi, dopo 6 mesi di ricovero e cure, Singh I., 29enne di origine indiana, ricomincia una seconda vita grazie ai medici e agli operatori dell'ospedale nato da pochi anni e diventato un punto di riferimento, tanto che non c'è stato bisogno di trasferire mai il giovane a Roma. Il ragazzo infatti uscirà oggi, per fare la riabilitazione in una altra struttura.

"Quello che è accaduto a Singh è davvero un successo di cui siamo orgogliosi come ospedale - racconta all'Adnkronos Salute James Casella, 35enne chirurgo generale, figlio di Giucas Casella - La notte del suo arrivo ero di turno come chirurgo, era una caso disperato. Le condizioni erano drammatiche con valori non compatibili con la vita. Abbiamo sottoposto il ragazzo ad un intervento chirurgico di emergenza, dovevamo tamponare l'emorragia del bacino, una lesione che ad uno stato avanzato può portare alla morte in poco tempo. Abbiamo asportato la milza e c'era anche un lesione pneumotoracica. Lavorando in team con il collega ortopedico siamo riusciti a salvargli la vita".

Il ragazzo "è stato in terapia intensiva per circa 4 mesi e si è dovuto sottoporre ad altri interventi all'addome. Ma siamo riusciti a fare tutto nel nostro ospedale, un segnale di una grande capacità di intervento e di multidisciplinarietà - sottolinea Casella - dall'équipe ortopedica al collega chirurgo interventista ai medici del pronto soccorso, che hanno fatto un grande lavoro. Grazie all'Asl Roma 6 siamo riusciti a fargli avere la protesi per la gamba. E nel tempo il ragazzo è diventato la mascotte dell'ospedale. Il ruolo della terapia intensiva è stato essenziale nella gestione del quadro clinico del paziente che è risultata critica nella sua fase iniziale; grazie al supporto di medici, infermieri e di tutto il personale della terapia intensiva il paziente ha potuto superare la fase critica fino a raggiungere una stabilità tale da potere essere trasferito in un reparto non-intensivo". Ma c'è stato anche il contributo dei fisioterapisti, dei logopedisti e di tutti gli operatori socio sanitari.

"Ho abbandonato Roma - racconta Casella - per seguire il professor Angelo Serao, capo dipartimento di Chirurgia, un professionista eccezionale e una persona di grande umanità, che ha saputo costruire un team preparato e giovane. In chirurgia se non fai, non impari e lui sa formare i giovani facendoli operare. E' raro trovare dei primari con la sua attitudine verso i giovani colleghi".

Il nuovo Ospedale dei Castelli "sta crescendo, siamo nati solo 4 anni fa - racconta Serao - ma nel biennio 2021-2022 gli interventi chirurgici sono aumentati di oltre il 30%, passati dai 720 l'anno ai 950. Ora l'obiettivo è assumere un ruolo di maggior importanza nella rete regionale del trauma. Ci sono tre livelli nel Lazio e in quello più alto ci sono tre strutture San Camillo, Gemelli e Umberto I, poi ci sono gli ospedali intermedi e quelli periferici. Vogliamo - rimarca - diventare centrali nella rete. Oggi stiamo contribuendo nel recupero degli interventi in chirurgia oncologica, un progetto con la Regione Lazio".

Serao coordina un gruppo di giovani chirurghi, "su 11 persone 7 sono under 40, ma se sommiamo anche gli specializzandi della Sapienza che lavorano con noi, arriviamo a 15 uder 40. Puntiamo davvero sui giovani. La comunità cittadina ci sta dando fiducia e ora - conclude - tante persone decidono di curarsi da noi senza andare a Roma".

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