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Modena: ruba 3,27 mln, Gdf denuncia funzionario Banca d'Italia per peculato

16 luglio 2014 | 12.59
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L'uomo era preposto al comparto di Sezione Tesoreria Provinciale dello Stato e detentore delle connesse deleghe e abilitazioni ad operare disponendo direttamente di fondi pubblici. L'indagine ha preso avvio dalla segnalazione di un'operazione sospetta proveniente dal sistema finanziario e dall'esposto presentato dalla stessa banca

Modena: ruba 3,27 mln, Gdf denuncia funzionario Banca d'Italia per peculato

La Guardia di Finanza di Modena ha concluso un'attività di indagine nei confronti di un funzionario della Tesoreria della Banca d'Italia, in servizio presso la sede di Modena e successivamente di Bologna, che per oltre un decennio, facendo ricorso a specifiche competenze e nell'esercizio delle proprie funzioni, si è appropriato indebitamente di fondi pubblici per un valore di oltre 3,27 milioni di euro. Il reato contestato al funzionario è peculato.

L'indagine ha preso avvio dallo sviluppo di una segnalazione di operazione sospetta proveniente dal sistema finanziario e da un contestuale esposto presentato dalla stessa Banca d'Italia alla competente autorità giudiziaria, circa il presunto illecito comportamento assunto da un dipendente, sulla cui base sono stati disposti ulteriori approfondimenti investigativi e il contemporaneo blocco dell'operatività dei conti correnti intestati all'indagato, al fine di impedirne l'ulteriore disponibilità delle somme di denaro accreditate.

Il dipendente infedele ricopriva una funzione rilevante nell'organigramma della Banca d'Italia essendo preposto al comparto di Sezione Tesoreria Provinciale dello Stato e detentore delle connesse deleghe e abilitazioni ad operare disponendo direttamente di fondi pubblici.

Abile il sistema di truffa messo a punto: il funzionario, perfetto conoscitore delle norme di contabilità di Stato e delle relative procedure contabili, emetteva dei falsi ordini di bonifico, cosiddetti Sop-speciali ordini di pagamento, che risultavano fittiziamente emessi dai locali uffici dell'Agenzia delle entrate e altrettanto fittiziamente muniti del visto di esecutività della Ragioneria territoriale dello Stato.

Tali ordini di pagamento avevano molteplici e diverse causali di pagamento (ad esempio pagamento sentenza definitiva commissione tributaria di Bologna o Modena, rimborsi vari e pagamento liti), ovviamente tutte di fantasia. Inoltre, risultavano emessi in favore di beneficiari realmente esistenti, in genere società con sede nella provincia di Modena o Bologna, ma ignari e sicuramente privi di possibili pretese creditorie verso l'Erario; infatti, nessun beneficiario artatamente riportato sui Sop ha mai reclamato possibili crediti.

L'indagato, con una ben congegnata attività di mascheramento contabile, inseriva i titoli con il beneficiario di fantasia, si faceva validare dal proprio superiore l'operazione e, nel momento di dare esecuzione alla stessa, provvedeva a sostituire l'iban di accredito, indicandovi il proprio: e così le somme entravano nelle sua disponibilità. Sono state individuate 20 operazioni, dal 2002 al 2014. All'incirca una per ogni anno.

Si è passati dalle prime operazioni realizzate nel 2002 per qualche decina di migliaia di euro fino a quelle più recenti poste in essere per svariate centinaia di migliaia di euro l'una (fino a 400.000 euro). L'ultima posta in essere a febbraio di quest'anno per circa 336 mila euro. Appropriatosi delle somme distratte, queste venivano, poi, prelevate in contanti o trasferite a mezzo assegni o bonifici a favore dei familiari dell'indagato (moglie e due figli) e di soggetti terzi, per pagamenti vari.

I familiari sono indagati per riciclaggio, mentre il reato contestato per il funzionario infedele è quello di peculato. Al termine delle indagini sono state sequestrate somme di denaro per oltre 480.000 euro, orologi di valore, tre autovetture e una quota di un immobile del valore di circa 80.000 euro. E' stato effettuato il sequestro degli emolumenti-pensione nella misura consentita dai limiti di legge, fino a concorrenza del prodotto del reato contestato

Al momento delle perquisizioni il funzionario ha ammesso le proprie responsabilità. L'indagato è stato destituito dal servizio. Tutte le investigazioni, coordinate dalla Procura di Modena, sono state svolte in stretta e costante collaborazione con i vertici della Banca d'Italia sede di Bologna.

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