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Russia, a Corte Costituzionale ricorso su legge discredito militari: "Caso più importante di sempre"

31 maggio 2023 | 18.21
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"E' la reincarnazione di peggiori pratiche sovietiche come legge su propaganda anti Urss o disinformazione. Non è solo somiglianza. Concettualmente sono proprio le stesse leggi"

Protesta di Oleg Orlov il 6 marzo 2022 - (foto Memorial)
Protesta di Oleg Orlov il 6 marzo 2022 - (foto Memorial)

E' stato presentato alla Corte costituzionale in Russia un ricorso contro la legge sul discredito delle forze militari perché, sostengono i ricorrenti, viola la libertà di espressione, di coscienza, assemblea, la proibizione dell'adozione di una ideologia di Stato ed è discriminatorio, principi iscritti nella Costituzione del 1993.

L'illecito amministrativo punibile con sanzioni che, se ripetuto nel giro di un anno, reato penale con condanne fino a sette anni di carcere, è stato introdotto subito dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina. A oggi, 6839 casi sono stati aperti per violazioni dell'articolo 20.3.3, per dichiarazioni di qualunque tipo contro la guerra. Per aver esibito un foglio bianco, un foglio con otto asterischi (come il numero di lettere in net voine, no alla guerra), indossato un cappello blu e giallo o portato sotto il braccio una copia di 'Guerra e pace' di Tolstoj. Ventuno di casi come questi sono stati contestati di fronte alla Corte.

"E il ricorso più importante all'esame della Corte costituzionale, il più importante mai seguito nei suoi 30 anni di storia", ha spiegato Grigory Vaypan, uno degli avvocati che hanno firmato l'atto, in un recente seminario organizzato dalla International Bar Association. Nei prossimi "2-4 mesi sarà effettuato un esame preliminare del ricorso" al termine del quale la Corte si esprimerà sulla sua ammissibilità. In caso positivo, saranno necessari "diversi altri mesi" per raccogliere deposizioni scritte o in audizioni". Il ricorso, è stato presentato solo ora, a più di un anno dall'introduzione della legge, anche se i primi casi sono stati aperti quasi subito, a causa dei passaggi formali richiesti, vale a dire l'esaurimento di ricorsi a corti di grado più basso che pure non hanno facoltà di respingere una legge. "La Corte costituzionale è l'unica entità che può farlo. Ha un mandato molto ampio, anche per interpretare la legge. Senza respingerla", precisa Vaypan, sottolineando che tuttavia "secondo gli autori del ricorso, non c'è modo di modificarla e renderla costituzionale".

La legge sul discredito delle forze militari "è la prima di una serie di provvedimenti 'di guerra' approvati dal marzo del 2022. Ed è la prima a essere contestata di fronte alla Corte costituzionale. Tali provvedimenti costituiscono uno sviluppo importante del sistema giuridico russo. E' vero che per anni sono state introdotte leggi che limitavano le libertà, scritte tuttavia in modo che il governo potesse sostenere che erano 'content neutral' (un termine del diritto anglosassone che indica leggi che regolano il diritto di espressione in modo indipendente dal loro contenuto, vale a dire solo i tempi, i luoghi o altre modalità, ndr)", aggiunge il giurista. "Chi si trova fuori dalla Russia può pensare che a lungo il Paese abbia ignorato i diritti umani, ma l'inizio della guerra la situazione si è davvero deteriorata".

"Ora ci troviamo di fronte a una legge che penalizza chi ha qualcosa da dire, il soggetto che parla. La legge è una reincarnazione delle peggiori pratiche sovietiche contro i diritti umani, come la lege sulla propaganda anti sovietica o contro il sistema, per perseguire la disinformazione. Non si tratta solo di somiglianza, ma, concettualmente parlando, sono proprio le stesse leggi", incalza.

"Legalmente, il caso è chiaro. E' il più semplice che io abbia mai seguito nella mia carriera", ha aggiunto Vaypan, che ha lasciato la Russia e si trova a Washington, dove è Democracy Fellow al Center for European Policy Analysis, e che, prima di lasciare la Russia aveva fra i molti altri casi seguito quello dei 'figli del gulag' intentato da discendenti di prigionieri politici di epoca staliniana per la richiesta di risarcimenti, elencando le numerose istituzioni internazionali che hanno denunciato come la legge violi i diritti umani fondamentali.

E il caso è comunque importante, anche se sull'indipendenza della Corte costituzionale "abbiamo seri dubbi" (proprio la scorsa settimana il Presidente della Corte, Valery Zorkin, ha portato in dono a Putin una copia di una cartina del Settecento francese in cui non compariva l'Ucraina, ndr).

Prima di tutto perché "per un avvocato e per me è quindi un imperativo farlo, come per un medico curare un malato o un pompiere spegnere un incendio", poi perché contestarla "è una dichiarazione contro le persecuzioni e in sostegno del discorso contro la guerra". "Se il governo fa delle leggi una delle sue armi, sfidare giuridicamente tali leggi diventa parte dell'espressione contro la guerra e sostiene i russi coraggiosi che continuano a protestare contro la guerra". E infine, il caso "diventerà storico, sarà registrato negli archivi e nell'operato dei singoli giudici che decideranno in merito".

La legge sul discredito delle forze militari, che in prima istanza introduce sanzioni che variano fra i 30 e i 50mila rubli (fra i 390 e i 650 dollari, cifre significative in Russia). "E' stato introdotto con il solo scopo di reprimere il dissenso sulla guerra in Ucraina", aggiunge Violetta Fitsner, avvocata di Ovd-Info, autrice di uno dei ricorsi presentati di fronte alla Corte costituzionale, ora a Riga. "Se la Corte approva il ricorso, tutti i casi aperti o chiusi con una condanna potranno essere rivisti, non solo i 21 contestati". "E' una questione molto importante perché porta attenzione sulle persecuzioni in atto in Russia ed è anche un messaggio alle persone sui loro diritti, come quello di parlare liberamente, e alle autorità, per dire loro che la società civile continua a battersi per i diritti umani", conclude.

Anche a fronte dell'aumento della persecuzione degli stessi legali che difendono casi di diritti umani, "molti avvocati hanno deciso di rimanere in Russia, dato che per difendere una causa presso i tribunali ordinari bisogna essere lì fisicamente". Il ricorso alla Corte costituzionale, aggiunge Vaypan, "è uno sforzo congiunto di avvocati in Russia e all'estero. Questi ultimi hanno coordinato la campagna e contribuito alla ricerca legale e alla stesura del ricorso". "Funziona così in molti Paesi autoritari: quando si liberano di qualcuno, hanno bisogno di nuove vittime. I giornalisti e gli attivisti sono stati espulsi o sono in prigione e ora ci sono i primi segni preoccupanti di persecuzione di avvocati".

Il caso di più alto profilo, "per intimidire e impedire agli altri di parlare", è quello di Oleg Orlov, fra i fondatori di Memorial, accusato lo scorso 29 aprile di aver screditato le forze militari in diverse occasioni. Il processo a suo carico inizierà a Mosca il prossimo otto giugno.

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