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Salute: Emi lo zio e la lezione del rap, da oversize a modello per i giovani

25 febbraio 2016 | 13.33
LETTURA: 7 minuti

Dopo il successo della prima edizione, torna la web serie salutista 'In forma con Emi lo zio' e sbarca in tv
Dopo il successo della prima edizione, torna la web serie salutista 'In forma con Emi lo zio' e sbarca in tv

"I cantanti hanno le groupies. Io, da quando giro una web serie per educare i ragazzi a stili di vita sani, ho un altro tipo di fan: i miei seguaci pesano più di 100 chili e hanno il diabete". Scherza Emi lo zio, al secolo Emiliano Ronchi, ma da un po' di tempo a questa parte è lui l'insospettabile 'faccia sana' del rap italiano. Può un rappresentante del popolo della notte, coperto di tatuaggi, amico d'infanzia dei Club Dogo e partner professionale di molti rapper, diventare testimonial di salute e insegnare ai teenager a mangiare bene, a fare sport, a prendersi cura di se stessi? Sembra impossibile, ma è così. "Ho una doppia personalità", ironizza in un'intervista all'AdnKronos Salute, rilasciata alle 8.30 del mattino "perché io mi sveglio sempre presto".

Dottor Jekyll di giorno e Mister Hyde di notte? In realtà no. "Perché quando sposi uno stile di vita sano deve diventare normale. Non può essere a scadenza. Io continuo a lavorare di notte", fra dj-set e tour, "ma ho detto basta a cibi schifosi, alcol e spuntini notturni - assicura - Ne ho fatte di tutti i colori nella mia vita. Poi, a un certo punto, capisci che arriva il momento di cambiare. Ti dici che hai dei figli e delle responsabilità, che vuoi stare bene per te stesso e per gli altri. Non puoi comportarti da stronzo e lasciarli soli. Perché la morte arriva presto se il grasso ti soffoca il cuore".

'In forma con Emi lo zio' è il titolo della serie che racconta della sua lotta quotidiana ai chili di troppo. Realizzata con il Gruppo ospedaliero San Donato, ha spopolato sul web: più di 121 mila visualizzazioni sul canale Youtube, quasi 16 mila fan su Facebook con 1,5 milioni di clic ai video. La seconda edizione ora sbarca anche sul piccolo schermo, su 'Hip Hop tv', con 5 nuovi episodi da 24 minuti (per il web sono previste 5 versioni di 7 minuti delle stesse puntate). Ma a telecamere spente, assicura Ronchi, il copione resta lo stesso. "Non puoi essere credibile se non sei coerente. Non ha senso, allora è meglio andare a fare il pagliaccio".

Emi lo zio sente il peso della responsabilità per questo inedito ruolo: "Il mio messaggio è rivolto ai ragazzi. Paolo Rotelli", presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, "ha puntato su di me come testimonial. Io lo faccio con il cuore" e a titolo gratuito, "perché mi hanno salvato la vita". Tutto comincia 4 anni fa. Emiliano si era sposato da appena un mese. "Mancavano due giorni al mio compleanno, il 9 maggio, e non mi sentivo in forma - ricorda - Decido di fare alcune analisi. E dopo appena un giorno vengo richiamato in ospedale d'urgenza. Alcuni valori erano completamente sballati. Un situazione pericolosa. La diagnosi è stata una batosta: diabete di tipo 2".

"Mi sentivo un uomo finito - continua - Di lì a poco dovevo partire per un tour con i Club Dogo. Il medico mi ha tolto gli zuccheri, dato la terapia e un percorso alimentare da seguire e mi ha raccomandato di tenermi attivo, almeno 30 minuti di camminata veloce al giorno". E' stata la svolta. Emiliano pesava 139 chili. "In 6 mesi ne ho persi 40. Poi ho fatto la sciocchezza di riprenderne 15, ma nell'ultimo mese ne ho già smaltiti di nuovo una decina".

Come un eroe imperfetto, Emi lo zio ci prova e condivide questo sforzo quotidiano con gli altri, pubblicamente. E ci tiene davvero, giura. "I ragazzi hanno bisogno di messaggi che li indirizzino verso stili di vita sani. Noi siamo fortunati perché siamo cresciuti senza tablet. Loro sono nati con il telefonino in mano, vivono attaccati ai videogiochi. Se vogliono informarsi lo fanno online. Io da piccolo non vedevo l'ora di andare fino all'edicola a comprarmi il giornale. E ora i miei figli li faccio camminare".

Nel 2013 Emi lo zio si è trasferito in una cascina con la moglie - "prima artefice della mia svolta, un sostegno costante, anche ai fornelli" - e i tre figli. Fa 20 mila passi al giorno. Ha un orto, vive circondato da caprette tibetane (2), tacchini, fagiani, papere, galline (non un paio, ma decine che gli regalano da 40 a 80 uova al giorno). E si alza presto la mattina. "E' un po' dura perché, dopo essersi presi cura dei bambini, comincia il giro per rifocillare gli animali, ma ne vale la pena". La spesa? Nelle cascine vicine. "Ci tengo a nutrire i miei bimbi con prodotti bio, anche le pappe del più piccolo le abbiamo sempre preparate noi".

Nel mondo del rap non è il solo a credere in certi valori e ha raccolto assist inaspettati. In questo periodo, per esempio, è stato in giro con Guè Pequeno. "Ci siamo alzati presto, abbiamo condiviso sessioni in palestra. Lui è uno che ci tiene alla forma". Gli stessi Club Dogo "sono molto rispettosi. Siamo nati e cresciuti insieme, abbiamo condiviso una vita. Sapendo della mia malattia, erano loro stessi a richiamarmi all'ordine".

Girando la web serie - che prevedeva un ospite vip ogni puntata - ha visto le reazioni più improbabili davanti a un menu sano: "Ricordo la faccia di Emis Killa quando gli ho presentato un'insalata. E nell'ultima serie un noto comico si è rifiutato categoricamente di assaggiare una zuppa. Pensavamo recitasse, invece no. Abbiamo dovuto fermare le riprese più volte. E' stato divertente". Perché i ragazzi dovrebbero vedere la seconda edizione di 'In forma con Emi lo zio'? "Perché è diversa, più movimentata, con tanti ospiti e alcuni campioni sportivi che ci regaleranno consigli sull'allenamento. E poi, ovviamente, perché ci sono io".

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