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'Social egg freezing', arriva in Italia la campagna per la crioconservazione degli ovociti

15 ottobre 2014 | 15.17
LETTURA: 4 minuti

Nata per le pazienti oncologiche, questa tecnica ormai è impiegata anche da donne sane per conservare i propri ovociti in attesa delle condizioni più opportune per una gravidanza

'Social egg freezing', arriva in Italia la campagna per la crioconservazione degli ovociti

(AdnKronos Salute) - Se negli Stati Uniti - non senza polemiche - Facebook e Apple pagano il congelamento degli ovuli per le loro dipendenti che vogliono concentrarsi sulla carriera rinviando la maternità, la crioconservazione degli ovociti per motivi 'sociali' è sbarcata anche in Italia, ed è protagonista di un campagna web. Per mettere in banca la propria fertilità si può dunque ricorrere al 'social egg freezing'. Nata per le pazienti oncologiche, questa tecnica ormai è impiegata anche da donne sane per conservare i propri ovociti in attesa delle condizioni più opportune per una gravidanza. E anche in Italia gli esperti si interrogano sulle potenzialità di questa procedura.

Occasione è stato il recente evento promosso a Roma da Maria Giuseppina Picconeri, ginecologa responsabile del Centro 'Nike Medical Center' di Roma. In Italia una coppia su quattro ha problemi di infertilità e secondo i dati dell'Oms, nel 2020 una coppia su tre nel mondo sarà infertile. A favorire il problema è anche l'età sempre più avanzata in cui la donna si sente pronta per cercare la sua prima gravidanza: dai 25 anni dei primi anni Novanta agli attuali 32. "La fertilità delle donne è biologicamente determinata - ricordava Picconeri - Nasciamo con un patrimonio ovocitario definito e destinato ad esaurirsi progressivamente con l'aumentare dell'età biologica".

"La buona notizia - continua Picconeri - è che i progressi raggiunti dalla tecnica della crioconservazione ci permettono di affermare che superare l'asincronia tra il proprio orologio biologico e le personali condizioni sociali della donna è oggi possibile". Per informare le italiane sui tempi della maternità è stata lanciata una campagna di informazione online denominata 'Stop infertility', con un video realizzato in collaborazione con gli studenti della Rufa- Rome University of Fine Arts, ai quali è stato chiesto di interpretare il tema di questo evento.

In pratica, però, cosa occorre fare per crioconservare i propri gameti? Un'aspirante futura mamma "dovrebbe recarsi presso un centro di Pma per permettere agli esperti di valutare la sua situazione generale e ginecologica sottoponendosi ad una serie di esami di routine e specifici in grado di valutarne la riserva ovarica. Successivamente, verificati i necessari presupposti clinici, procedere ad una stimolazione ovarica per produrre durante quel ciclo un maggior numero di ovociti possibile quindi, infine, procedere con il prelievo ovocitario", dice Picconeri.

"Lo step successivo - prosegue la specialista - sarà quello della vitrificazione e quindi della conservazione degli ovociti in azoto liquido a una temperatura di -196°C. Infine, al momento del loro impiego si procederà allo scongelamento ed al loro utilizzo attraverso le tecniche di fecondazione in vitro".

Le percentuali di riuscita di questa tecnica "sono determinate dal numero degli ovociti congelati, che dovrebbero essere almeno 8-10 e restano legate, anche loro, all'età della donna al tempo del congelamento: il momento ideale resta quello del picco della fertilità, ovvero tra i 25 e i 35 anni". E i costi? "In Italia si aggira intorno ai 3.000-3.500 euro, a cui si devono aggiungere 300 euro per ogni anno successivo di conservazione".

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