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L'iniziativa

Anche i nonni al corso pre-parto, a Roma il primo in Italia /Video

23 marzo 2016 | 12.46
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L'ostetrico Maurizio Gnazzi con i partecipanti al corso
L'ostetrico Maurizio Gnazzi con i partecipanti al corso

"Nessun genitore può tollerare le lacrime di una figlia. E spesso per questo motivo le mamme e i papà di una neomamma intervengono dandole consigli e aiuto sulla base delle proprie esperienze passate. Ma, a volte, si può incorrere nel rischio di alimentare la sensazione di inadeguatezza della donna o a portare all'interruzione dell'allattamento al seno, suggerendo ad esempio di usare il biberon se il bebè piange di continuo. Siamo qui per insegnarvi ad evitarlo".

Cinquanta persone fra donne in dolce attesa, mariti, madri, padri e suoceri ascoltano in religioso silenzio il discorso dell'ostetrico Maurizio Gnazzi al corso di accompagnamento alla nascita dell'ospedale Cristo Re di Roma (2.000 parti l'anno, circa 150 al mese), il primo in Italia ad avere sostenuto l'iniziativa di coinvolgere anche i nonni, sempre più protagonisti del percorso di crescita dei loro amati nipoti.

"I nonni - spiega Gnazzi, responsabile scientifico del progetto, all'Adnkronos Salute - hanno assunto ormai un ruolo più che centrale nella gestione dei bambini. Per questo motivo, al termine del ciclo di 8 incontri previsti per il nostro corso di accompagnamento alla nascita, abbiamo deciso di coinvolgere anche nonni materni e paterni, per dare loro suggerimenti utili ad assicurare ai neogenitori un aiuto 'mirato' e non controproducente". Ecco allora che i nonni, alcuni molto giovani, vengono sottoposti a una sorta di 'ripasso' delle nozioni principali di accudimento del bebè, dalla 'pesata' al cambio dei pannolini, dai metodi per interpretare il pianto del bebè, a come fare per aiutare le neomamme senza essere troppo 'invadenti'.

"L'Italia è uno dei Paesi sviluppati con il tasso di allattamento materno più basso - evidenzia l'ostetrico - e per facilitare la mamma in questa avventura è d'obbligo il sostegno dei nonni, che non devono intervenire in caso di difficoltà cercando con buone intenzioni di risolvere la situazione, ad esempio suggerendo di passare al latte artificiale se il bimbo non si attacca al seno. La donna riesce ad allattare se è sicura di sé, sostenuta in questa azione e serena".

"A loro spetta dunque fare la spesa e cucinare qualcosa, magari dare una mano nelle pulizie di casa. Ma occorre lasciare alla donna e al proprio compagno - continua - la gestione o anche soli i 'giudizi' sull'alimentazione del bimbo. Non è facile per una mamma vedere la propria figlia piangere, e dopo il parto si piange spesso. I nonni lascino che sia il marito a occuparsene, perché è l'unico a poter sostenere la situazione".

Si apre poi il dibattito: alcune nonne ricordano il momento in cui hanno partorito quella o quello che ora è il futuro genitore, con tanti aneddoti sulle abitudini di un tempo, alcune ormai sorpassate. E il personale ostetrico dell'ospedale di via delle Calasanziane, provvede ad 'aggiornarli' su cosa è meglio fare alla luce delle nuove conoscenze scientifiche.

"C'è ad esempio ancora la credenza che il bimbo vada pesato costantemente - spiega Gnazzi - ma il peso spesso non è un indicatore preciso di quanto il bebè si nutre. Occorre invece controllare che bagni sempre il pannolino e che dorma almeno per 2-3 ore di seguito, perché questo significa che è tutto sotto controllo e che l'alimentazione è sufficiente". L'ospedale Cristo Re, che fa parte del gruppo Giomi, organizza anche 'corsi nei corsi', dedicati alle ostetriche, in modo che possano imparare come si organizza e si conduce un seminario di accompagnamento alla nascita: il prossimo è previsto per il 5-6 maggio e si intitola appunto 'Ostetriche per ostetriche'.

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