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Sanremo 2023, Benigni e il Festival: da Wojtylaccio a Costituzione, risate e polemiche

07 febbraio 2023 | 17.29
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Fonora sono state ben cinque le 'ospitate' di Roberto Benigni al Festival di Sanremo

Sanremo 2023, Benigni e il Festival: da Wojtylaccio a Costituzione, risate e polemiche

Iniziando dal Papa e finendo con la Bibbia, sono state ben cinque le 'ospitate' di Roberto Benigni al Festival di Sanremo, cui ora si aggiunge la sesta, in occasione della prima volta di un presidente della Repubblica al Teatro Ariston, dedicata alla Costituzione nel 75mo anniversario dell'entrata in vigore. Tutte corredate da grandi risate, momenti di spettacolo indimenticabili ma spesso anche da grandi polemiche. La prima volta del 'Piccolo Diavolo' risale al 1980 e più che una ospitata è una vera e propria co-conduzione accanto a Claudio Cecchetto e Olimpia Carlisi. Ed è un esordio che ancora resta negli annali: non tanto per il bacio lungo quasi un minuto alla showgirl - esattamente 45, interminabili per la tv, secondi - quanto per il 'Wojtylaccio' proferito riferendosi con aria birichina niente meno che a Papa Giovanni Paolo II, futuro santo.

Lui giustifica il tutto spiegando che nel vernacolo toscano non vi è una accezione dispregiativa al suffisso 'accio' ma la spiegazione non gli risparmia denunce penali, interrogazioni parlamentari, incriminazioni per vilipendio alla religione, pagamento di multe salate, persino la minaccia di finire in carcere e infine l'assoluzione finale. Diversamente scandalosa fu anche la seconda performance di Benigni, questa volta nel 2002 e che vede come 'vittima' un'altra icona, sebbene laica, del popolo italiano ovvero il presentatore Pippo Baudo, con toccata senza fuga, almeno immediata, alle parti intime del conduttore siciliano vantate in diretta dal comico toscano. Dedicato alla satira politica, protagonisti involontari Silvio Berlusconi e Walter Veltroni e spettatore il conduttore Paolo Bonolis, è il suo intervento nel 2009.

Due anni dopo, nel 2011 del Sanremo condotto da Gianni Morandi, Roberto Benigni fa il suo ingresso trionfale sul palco dell'Ariston e l'aggettivo non è ridondante, visto che entra niente meno che in sella a un cavallo bianco, in omaggio al 150° anniversario dell'Unità d'Italia, raccogliendo anche il plauso del Presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano. Dal profano si torna al sacro: per il Sanremo 2020 targato Amadeus, l'attore Premio Oscar con 'La vita è bella' incentra la sua chiacchierata con la platea dell'Ariston e con il pubblico televisivo su una sua particolare lettura del 'Cantico dei Cantici', testo della Bibbia sacro sia agli ebrei che ai cristiani. Con l'esortazione finale di Roberto Benigni agli italiani a "fare di più l'amore". E ora, tutti in attesa della sua sesta diavoleria...

(di Enzo Bonaiuto)

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