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Sicurezza bis, ancora tensione in commissione

18 luglio 2019 | 13.03
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Stavolta protagonisti sono il sottosegretario Carlo Sibilia e Laura Boldrini. Scoppia il caso Romano-Businarolo. Speranza: "Chiesto ufficio presidenza Camera per scuse formali". Ok emendamento M5S su confisca e riutilizzo navi

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Ancora tensione in commissione Affari costituzionali e Giustizia durante i lavori sul dl Sicurezza bis. Stavolta protagonisti sono il sottosegretario Carlo Sibilia e Laura Boldrini. Questo quanto accaduto, secondo il racconto di Roberto Speranza: "Stavo intervenendo in commissione quando i sottosegretari Molteni e Sibilia si sono messi a parlare davanti al banco della presidenza dandomi le spalle. Mi sono fermato e ho chiesto se potevo continuare il mio intervento. Sibilia si è girato verso di me: 'Mica sono venuto qui ad ascoltare la Boldrini che parla ogni tre per due'".

A quel punto è scoppiato il caos in commissione. Speranza, Boldrini e il capogruppo di Leu, Federico Fornaro, hanno chiesto a Sibilia di scusarsi ma, a quanto riferiscono, "non solo il sottosegretario non si è scusato ma ha anche negato di aver detto quelle parole nonostante lo abbiano sentito tutti visto che parlava ad alta voce".

"Un sottosegretario è tenuto ad ascoltare i deputati dell'opposizione - aggiunge Boldrini- è inaccettabile che il governo dica che si è scocciato di ascoltare e persino si metta a irridere l'opposizione".

Per Speranza "ormai ogni limite è stato superato. Per una tale mancanza di rispetto del Parlamento, il sottosegretario dovrebbe dimettersi. Abbiamo chiesto all'ufficio di presidenza della Camera che venga richiesto a Sibilia di formulare scuse formali alla presidente Boldrini". Leu ha abbandonato i lavori in commissione.

Ok emendamento M5S su confisca e riutilizzo navi - Approvato l'emendamento a prima firma Anna Macina del MoVimento 5 Stelle che prevede che le navi sequestrate in via cautelare possano subito essere affidate a Polizia, Capitaneria di porto o Marina militare. E' quanto si apprende da fonti M5S. Se la confisca diventa definitiva, viene evidenziato dalle stesse fonti, "le navi diventano patrimonio dello Stato. Questo emendamento si aggiunge ad un altro sempre a firma Macina, che anticipa la confisca di una imbarcazione alla prima violazione del divieto di entrare in acque italiane (e non in caso di reiterazione, come previsto inizialmente)".

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