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Sileri: "Su mascherine c'è stato un pasticcio"

09 maggio 2020 | 12.37
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Il vice ministro della Salute: "Senza largo uso tamponi fase 2 non è sicura

Afp
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Sulle mascherine "c’è stato un pasticcio perché vi erano delle mascherine che dovevano essere in pronta consegna per un totale di 12 milioni, ma poi gran parte non lo erano. C’è stato un problema con i distributori, problema che il dottor Arcuri ha risolto. Si sta già provvedendo alla distribuzione e sono sicuro che nelle prossime ore e nei prossimi giorni questo problema sarà superato". Lo ha detto a 'Progress', su Sky TG24 il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. "C’è stata anche la polemica sul prezzo delle mascherine - ha aggiunto Sileri - c’è chi sostiene che mettendo un prezzo fisso le mascherine scompariranno. Attenzione avremo cinque produttori nazionali che provvederanno sempre in misura crescente alla produzione e alla distribuzione delle mascherine. Preferisco pensare - continua il viceministro - che vengano prodotte in Italia e che il prezzo sia fisso, piuttosto che ricordarmi che fino a qualche giorno fa il prezzo nelle farmacie era dieci volte tanto".

"Non può esserci una fase 2 completa e sicura se non vi è un largo uso dei tamponi e aggiungerei anche di test sierologici, le due cose secondo me devono andare insieme", ha continuato Sileri, precisando che "bisogna distinguere fra tampone di massa, che significa fare il tampone a 60 milioni di italiani, e fare il tampone per rintracciare coloro che, essendo venuti a contatto con persone potenzialmente positive o positive, devono essere rintracciati". "Serve un uso ampio dei tamponi, lo dico da moltissime settimane - ha ribadito - e ho subito difeso la linea del Veneto. In Italia sono stati fatti oltre 2 milioni e 400mila tamponi in oltre un milione e trecento mila persone. Per i prossimi mesi ci si sta organizzando per avere 5 milioni di tamponi in più e questo sarà fondamentale".

Per Sileri, "molti dei problemi nascono anche dalle burocrazie che ci sono all’interno dei ministeri, dove a volte coloro che vi lavorano per 20 anni, come alcuni direttori generali ad esempio, pensano di essere dei mini-ministri e, quindi, pensano che il politico sia solo di passaggio. Secondo me serve un cambiamento radicale. Questa è l’occasione con il Covid, o facciamo ora questo cambiamento o l’Italia non cambierà mai".

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