Il deputato all'Adnkronos: "Non mi pento di nulla, lo sciacallaggio è quello di chi ne ha fatto una bandiera da mandare in mondovisione"
"La foto di Silvia Romano vestita in abitino blu e tacchi alti a fronte di quella da islamista, con lo jilbab? Non mi pento di nulla, lo sciacallaggio è quello di chi ne ha fatto una bandiera da mandare in mondovisione". Alessandro Morelli, deputato leghista e presidente della Commissione Trasporti di Montecitorio, spiega all'AdnKronos il senso del suo post sul caso della giovane italiana liberata nelle scorse ore: "Per me prima del rapimento - spiega - poteva pure andare in giro nuda o vestita da donna dell'Islam", ma il punto è che "non è mica tornata dopo essere stata ospite di un emiro che le ha insegnato cosa sia l'Islam". "E' stata - ricorda - nelle mani di tagliagole assassini, non si è certo trattato di una semplice gita turistica". "Grazie a Dio è a casa - sottolinea il leghista - è finalmente ritornata, ma la donna che c'è dentro quel corpo è salva?". "I suoi carcerieri, poi, gli avranno insegnato un tipo di Islam, lei è una vittima, più ne parlano, peggio è per lei".
Poi Morelli usa due analogie, con due vicende di rapimenti che hanno segnato il nostro Paese. "E' come se Moro - spiega - invece che finire ammazzato dalle Br fosse stato liberato, e avesse iniziato a fare politica a favore della lotta armata". E ancora: "O se Farouk Kassam avesse chiamato Dio il carceriere che gli ha tagliato l'orecchio", conclude, riferendosi al bimbo rapito nel 1992 a Porto Cervo, a cui fu tagliato dai rapitori il lobo di un orecchio prima della liberazione, in seguito al pagamento di un riscatto.