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Draghi: "Ancora rischi sulla crescita, servono riforme in tutti i Paesi"

19 gennaio 2017 | 14.56
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Draghi:

"Dopo la crescita dello 0,3% registrata nel terzo trimestre gli ultimi dati indicano una crescita più forte per l'Eurozona nel quarto trimestre" e la Bce si "attende che la crescita economica si rafforzi ulteriormente" nel 2017. Ma i buoni segnali non devono far abbassare la guardia. E' chiaro il messaggio che arriva dal presidente della Bce Mario Draghi, in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio Direttivo: la crescita è "minacciata dall'andamento rallentato nell'attuazione delle riforme".

Nello scenario attuale, "restano rischi al ribasso sulla crescita", evidenzia il numero uno dell'Eurotower, facendo riferimento a "fattori globali" che possono incidere negativamente sulla ripresa. Per questo, le riforme strutturali "sono necessarie in tutti i Paesi dell'area Euro". E la loro attuazione è indispensabile per "creare un ambiente più favorevole alla crescita". Draghi fa riferimento in particolare alle riforme che devono "favorire la creazione di posti di lavoro" e "aumentare la produttività". Poi, rispondendo a una domanda, sgombra anche il campo da problemi specifici per Paesi, come l'Italia, che hanno un debito pubblico particolarmente alto: nel Consiglio Direttivo della Bce "non vediamo alcun debito nazionale insostenibile".

Ma non c'è solo la crescita da tenere sotto controllo. Anche sul fronte dell'inflazione, serve cautela. Anche se, dopo i recenti incrementi, dovrebbe "risalire ancora nel breve termine, non ci sono segnali di un rialzo convincente".

In questo quadro, va inserita la decisione del Consiglio di lasciare il costo del denaro al minimo storico, tenendo fermi i tassi: quello sulle operazioni di rifinanziamento principali resta a 0%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e quello sui depositi presso la banca centrale a -0,40%. Rispondendo a una domanda in conferenza stampa, Draghi 'rassicura' anche i falchi tedeschi. "Dobbiamo essere pazienti, se la ripresa crescerà, saliranno i tassi", dice, riferendosi alle 'inquietudini' manifestate dopo la recente risalita dell'inflazione in Germania. "I tassi bassi sono necessari oggi per avere domani tassi più alti. E poi - aggiunge - ricordiamo che di questi tassi anche i risparmiatori tedeschi ne hanno beneficiato, come prestatori, come imprenditori".

Le misure messe in campo dalla Bce, comunque, "stanno significativamente supportando i finanziamenti alle imprese e alle famiglie". Viene confermata l'attuale tabella di marcia dei programma di acquisti (80 miliardi fino a fine marzo e poi 60 miliardi almeno fino a dicembre) ma la Bce sottolinea come "se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata". Draghi puntualizza anche che Il Consiglio della Bce non ha discusso "neanche questa volta" l'ipotesi del tapering, il progressivo disimpegno rispetto alle misure straordinarie messe in campo, a partire proprio dal programma di acquisto dei titoli.

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