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Bcc, sportelli in controtendenza

28 maggio 2019 | 11.03
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+5% tra il 2008 e il 2016. Per le altre tipologie di banche -17,7% nello stesso periodo

(foto Fotogramma)
(foto Fotogramma)

Tra il 2008 e il 2016 il numero degli sportelli delle Bcc è aumentato del 5,1% a fronte della riduzione del 17,7% rilevata per le altre banche. La quota di mercato delle Bcc in relazione agli sportelli è cresciuta dal 12,5 al 14,9%, mentre il numero dei soci è passato da 939 mila del 2008 a 1 milione e 251 mila del 2018 (con una variazione del +33,2%). Il numero medio di soci per banca è passato da 2.174 a 3.734 (in rapporto agli sportelli da 229 a 290). E' quanto emerge da uno studio di Federcasse, elaborato in collaborazione con Esg di Roma.

In relazione al solo periodo 2008-2016, le Bcc hanno aumentato gli impieghi di oltre 15 miliardi, pari ad un aumento percentuale del 13,1%, sensibilmente superiore a quello rilevato dal mercato. Il divario positivo nello sviluppo dei finanziamenti è maggiormente significativo nei settori di clientela di elezione delle banche di credito cooperativo, ovvero famiglie e piccole imprese. Alla fine del 2016 gli impieghi verso i soci ammontavano a circa 63 miliardi di euro, a fronte dei 54 miliardi rilevati nel 2008 (+14,8%). Inoltre, prosegue lo studio, le Bcc si sono confermate nella prassi banche dedite anche al sostegno di aree interne o marginali. Sono difatti presenti in via esclusiva in 585 comuni italiani.

Secondo Federcasse, tali evidenze ribadiscono "la necessità di tutelare lo specifico modello di banca cooperativa mutualistica che, negli anni, si è mostrato adeguato ad accompagnare fasi di crescita dell’economia e, più recentemente, ad affrontare un periodo di crisi senza precedenti per l’economia italiana". Di questo, sottolinea la Federazione italiana delle Bcc, "i policy makers non possono non tenere conto". Non va poi dimenticato, continua Federcasse, come sia "concreto e vada combattuto il rischio che la produzione regolamentare, se non adeguatamente corretta con una forte dose di proporzionalità strutturale, possa penalizzare componenti del sistema bancario che svolgono un ruolo peculiare ed insostituibile, lontano dai rischi della finanza e vicino alle esigenze dell’economia reale".

"La proporzionalità – conclude la nota di Federcasse - dovrebbe essere basata non solo sulla dimensione, ma anche sulla finalità imprenditoriale, sul modello di business, sul contributo al rischio sistemico per banche obbligate a conseguire finalità mutualistiche e ad aderire ad un gruppo bancario cooperativo appositamente disegnato. La vera sfida è quella di prevedere normativamente sia regole realmente proporzionate, sia un modello di vigilanza specifico".

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