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Botta e risposta Beppe Grillo-Open Fiber

22 giugno 2020 | 17.03
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Il Fondatore del M5S: "Un fallimento, via l'ad". La risposta della società: "E' male informato"

Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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Botta e risposta tra Beppe Grillo e Open Fiber, la società partecipata da Cdp e Enel nata per portare la fibra sul territorio. Sulla banda ultra-larga "non si possono commettere altri errori", ha scritto Grillo in un post pubblicato sul suo blog. "Siamo costretti a registrare a distanza di anni il completo fallimento dell’esperimento 'Open Fiber', la società che avrebbe dovuto spingere la digitalizzazione e lo sviluppo della fibra in tutta Italia", ha detto a chiare lettere il fondatore del M5S.

"In tutta questa storia bisogna ricordare che nel nome del libero mercato il governo Renzi aveva legittimato Enel, azienda completamente estranea al mercato delle tlc, ad investire insieme a cassa depositi e prestiti (che usa i soldi dei risparmiatori postali) nel nuovo operatore Open Fiber. Il tutto per fare competizione agli altri principali operatori tradizionali, innescando quella che invece si è rivelata una spirale di investimenti in duplicazione che oggi sta generando uno spreco inaudito di risorse", evidenzia Grillo nel lungo post.

"Visto quello che è successo con Open Fiber che, tramite i suoi azionisti Enel e CdP (entrambe società controllate dal MEF), avrebbe dovuto realizzare questo obiettivo di azione pubblica sulla rete, mi sento di dire che il male minore, in questo momento difficile per il Paese, può essere quello di avere un’unica infrastruttura, anche privata ma aperta a tutti, purché sia in grado di fare gli investimenti necessari a colmare una volta per tutte il gap tecnologico che abbiamo rispetto agli altri".

Il fondatore del M5s sollecita, quindi: "Cambiare subito l’amministratrice delegata di Open Fiber. Non all’altezza. E nominare una persona che inizi a lavorare alla fusione con Tim. Fare entrare Cdp in Tim con un’ulteriore cifra del capitale che deve essere pari a quella di Bollorè (circa il 25%). Le azioni tim sono ai minimi storici (circa 0,7). Dalla posizione di forza di Cdp, proporre ai francesi di vendere. A quel punto avremmo la maggiorana di Tim per avviare la creazione di un’unica società integrata Rete Mobile, 5G, banda ultralarga. Evitando che due soggetti con partecipazioni statali si facciano la guerra. Per questo progetto, il Ceo di Cdp Fabrizio Palermo, è pronto a spiegarne i dettagli?".

Alle riflessione del fondatore del M5S ha replicato Open Fiber in una nota: "Beppe Grillo ha scritto, auspicando la nascita di una rete unica nazionale, che saremmo di fronte al 'completo fallimento dell’esperimento Open Fiber'. Ci sembra chiaro che è stato male informato. Se davvero si trattasse di un progetto fallimentare, Open Fiber non incasserebbe una dietro l’altra partnership di peso con soggetti di grandissimo livello sia nazionale, sia internazionale che scelgono di puntare sulla sua rete Ftth (Fiber To The Home) di ultima generazione".

Le partnership citate sono con Vodafone, Windtre, Fastweb, Tiscali, SKY, Orange, "solo per citarne alcune", si legge nella nota. "E ancora, se davvero fosse 'fallimentare', perché questo evidente interesse di aziende (Tim) e di grandi fondi infrastrutturali ad investire nel progetto o ad acquisirlo a caro prezzo? Forse perché - prosegue Open Fiber - invece in meno di tre anni ha coperto un terzo del Paese diventando la terza rete in fibra ottica in Europa dopo Telefonica ed Orange (la prima gestita da un operatore wholesale only) con 8,6 milioni di unità immobiliari già cablate ed un piano di risorse per portarla, con questo passo, ad oltre 20 milioni di case in tre anni. Un progetto alla cui costruzione lavorano oggi oltre 10 mila persone".

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