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Alimenti: ancora più salutare e sostenibile, è il pomdoro 'super bio'

12 febbraio 2015 | 11.52
LETTURA: 3 minuti

Ancora più salutari, perché più ricchi di licopene, calcio, potassio, fosforo e zinco e con un più elevato potere anti-estrogenico: i pomodori SuperBio sono il risultato di uno studio dell'università di Pisa.

(Infophoto)
(Infophoto)

Ancora più salutare, perché più ricco di licopene, calcio, potassio, fosforo e zinco e con un più elevato potere anti-estrogenico, e più sostenibile nel metodo di coltivazione. E' il pomodoro "SuperBio", nato da uno studio dell’Università di Pisa, che presto potremo scegliere di mettere sulle nostre tavole visto che la sua produzione è già stata avviata.

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo ha infatti stipulato una convenzione con un’azienda vivaistica per la produzione 10.000 piantine di pomodoro “SuperBio” per il 2015, che saliranno a 70.000 nel 2016.

Il pomodoro “SuperBio” è nato di uno studio multidisciplinare dell’Ateneo pisano, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti, condotto da docenti di Agraria, Medicina e Biologia e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale "British Journal of Nutrition". Il risultato? "La ricerca ha dimostrato che i metodi di coltivazione possono influenzare il valore salutistico dei cibi prodotti", spiega Giovannetti. Ed ecco come.

Il contenuto in fitochimici, molecole prodotte dalle piante che hanno importanti proprietà protettive e preventive nei confronti di diversi tipi di malattie umane, aumenta se le piante crescono insieme a microrganismi benefici che stabiliscono con loro un particolare tipo di simbiosi chiamata "micorriza".

Lo studio ha dimostrato che i frutti prodotti dalle piante “micorrizate” (cioè che vivono in associazione con i microrganismi benefici simbionti) contengono concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%) rispetto ai pomodori prodotti tradizionalmente.

“I pomodori prodotti da piante coltivate biologicamente e con i loro microrganismi simbionti – ha concluso Manuela Giovannetti – mostrano anche un più elevato potere anti-estrogenico, e rappresentano un esempio di produzione ecologica e sostenibile del cibo, capace di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, ottenendo cibo di alta qualità e con alto valore nutraceutico, un tema di grande interesse sociale, fortemente richiesto da consumatori e produttori”.

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