
L'attore alla kermesse con 'Per te', che racconta la vera storia di Mattia Piccoli, che si è preso cura del padre al quale è stata diagnosticata l’Alzheimer precoce
"A volte si dice sempre che la parte fragile di un uomo sia la sua parte femminile. Io penso che sia molto maschio essere fragili, essere deboli. Non associamo la mascolinità al concetto di forza perché è banale, è proprio sciocco. Ed è un cliché da cui ci dobbiamo liberare e da cui io personalmente mi voglio liberare". A parlare all'Adnkronos è l'attore Edoardo Leo alla 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma con il film 'Per te' di Alessandro Aronadio, nelle sale italiane il 17 ottobre con PiperFilm. La pellicola racconta la vera storia di Mattia Piccoli (interpretato dall'esordiente Javier Francesco Leoni), che all'età di 12 anni - ora ne ha 16 - viene nominato Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per "l’amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre", al quale è stata diagnosticata l’Alzheimer precoce, interpretato da Leo (qui in veste anche di produttore). "Non è un caso che noi partiamo da un uomo con una virilità esposta molto forte, fa il buttafuori nelle discoteche. È uno che si sente abbastanza forte e invincibile. Vive nel mito della propria autorevolezza e pensa che questa sia la cosa giusta da trasmettere al figlio", spiega Leo. Poi però "cade nel baratro della vulnerabilità data dalla malattia e la parte più virile di tutto il film è quando lui confessa la sua fragilità al figlio, che gli chiede 'papà hai paura?' e lui risponde 'sì'". Oggi "è molto difficile essere uomo. Crescere in una società in cui il difetto, la debolezza, il dire 'ho paura' sono ancora dei tabù ci porta a cancellare qualsiasi forma di emotività", dice il regista Alessandro Aronadio all'Adnkronos, convinto "che ci sia un nuovo modo di essere uomini che ci permetta di poter mostrare anche ai figli le proprie debolezze".
Questo è un film - presentato in collaborazione con il festival autonomo e parallelo Alice nella Città - che celebra la potenza della cura oltre la malattia. Paolo che, poco più che quarantenne, lentamente comincia a perdere pezzi della sua memoria. Ma proprio mentre il mondo inizia a sfumare, lui sceglie di restare vicino a ciò che conta davvero, forte anche dell’amore della moglie Michela (Teresa Saponangelo). Insieme al figlio intraprende un percorso fatto di quotidianità condivisa, risate improvvise e silenzi che parlano. "C'è una giostra della vita al contrario che è meravigliosa nel suo dolore, nella sua poesia e, a volte, anche nel suo divertimento. Spero che questa storia possa lasciarci la sensazione che accudire qualcuno è una cosa che fa bene prima di tutto a noi stessi, non solo alla persona che si accudisce", dice Leo. Di fronte a una scelta "si può restare o scappare. Questo film racconta di Michela che resta. Davanti alle difficoltà della vita non tutti sono capaci di restare e di prendersi cura perché sentono di esserne capaci. E Michela lo fa anche per tutelare e proteggere i figli, per mantenere unita la famiglia", spiega Saponangelo all'Adnkronos.
Una cura che parte dal titolo 'Per te': "Implica una connessione, una dedica e una cura che non riguarda strettamente la malattia. Come spesso succede, noi usiamo questa parola solo quando c'è un problema", spiega il regista Alessandro Aronadio. In un "momento storico in cui siamo tutti iperconnessi, ma in realtà siamo profondamente soli, mi è sembrato giusto raccontare una storia che parlava di connessioni". Dal film 'Per te' nasce 'Appunti per il me del futuro', un progetto educativo gratuito per le scuole secondarie di primo grado che unisce cinema, didattica, divertimento e riflessione. Fino al 31 marzo 2026, studentesse e studenti sono invitati a scrivere ciò che conta davvero per loro oggi e che non vorrebbero dimenticare diventando grandi: un modo per trasformare una storia vera in un percorso di crescita personale e collettivo.