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Mihajlovic: "Risolverò i problemi del Milan altrimenti chiamate un esorcista"

24 ottobre 2015 | 14.26
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Sinisa Mihajlovic (Infophoto) - INFOPHOTO
Sinisa Mihajlovic (Infophoto) - INFOPHOTO

"Sono convinto di poter risolvere i problemi del Milan, non credo di essere un fenomeno o di essere un presuntuoso ma penso di avere le caratteristiche giuste per far bene, se non ci riesco io bisognerà chiamare un esorcista, questa squadra lavora bene e sono convinto che ne usciremo fuori". Sono le parole del tecnico del Milan, Sinisa Mihajlovic, che nella conferenza stampa alla vigilia della sfida col Sassuolo è tornato sulla classifica deficitaria che vede i rossoneri fermi a 10 punti dopo 8 giornate.

"Io in discussione? So come funziona il calcio, ci lavoro da 30 anni, ha le sue regole. Dico solo che prima di cambiare un allenatore bisogna vedere se la squadra sta con l'allenatore e se lavora duramente, se mancasse una di queste due cose sarei il primo a fare un passo indietro ma non è questo il caso: i ragazzi -prosegue Mihajlovic- si applicano e tentano in tutte le maniere di uscire da questa situazione, non vedo dove stia il problema. Io mi sono sempre preso le mie responsabilità, sono convinto di risolvere i problemi del Milan perché vedo la voglia che hanno i giocatori".

E sulla visita a Milanello di Berlusconi e il rapporto col presidente aggiunge: "Abbiamo un ottimo rapporto, ci parliamo, ci confrontiamo. L'ultima volta che l'ho visto mi ha detto: 'Sinisa stai sereno'. L'ho preso come un gesto di fiducia anche se poi mi hanno detto che in politica quella parola è un po' pericolosa. Non so se il presidente fa battute, ma a lui è concesso tutto. Poi qualsiasi cosa succederà non porterò mai rancore e sarò sempre riconoscente a Berlusconi e Galliani. Sono in debito con loro ma non sono abituato ad essere in debito, cercherò di saldarlo".

"Sono convinto che faremo bene già da domani, anche se è una partita molto difficile, il Sassuolo è una squadra tra le più in forma in campionato, il calendario non ci aiuta ma abbiamo le qualità per batterli. Non temo l'esonero, non voglio fare lo spaccone ma ho vissuto sulla mia pelle la guerra della ex Jugoslavia, posso aver paura di una partita? Non mi fascio la testa prima di rompermela, proverò a lavorare e di fare quello che ho in mente poi parleranno i risultati".

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