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Sud Sudan: profughi affollano basi Onu, rischio sicurezza e assistenza

29 aprile 2014 | 12.55
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(Aki) - Sono almeno 75mila i profughi che hanno cercato riparo nelle basi delle Nazioni Unite in Sud Sudan da quando, lo scorso 15 dicembre, sono esplosi violenti scontri tra l'esercito del presidente Salva Kiir e i ribelli fedeli all'ex vice presidente Riek Machar. Solo 20mila sono arrivati questo mese per fuggire alle violenze a Bentiu, dove i ribelli hanno ucciso centinaia di civili su base etnica. Ma il sovraffollamento delle strutture pone un problema sanitario e di sicurezza, oltre che offrire un luogo di riparo. ''Molte persone dicono di non avere un altro posto dove andare'', spiega all'agenzia Irin Toby Lanzer, coordinatore umanitario dell'Onu in Sud Sudan. Ma l'inizio della stagione delle piogge porta con se' il rischio dell'esplosione di malattie nelle basi congestionate, mentre un attacco contro una sede Onu a Bor costato la vita a circa 60 civili ha dimostrato che non si tratta di ripari così sicuri.

Le agenzie umanitarie hanno accusato la missione Onu in in Sud Sudan (UNMISS) per le precarie condizioni in cui sono costretti a vivere i profughi, mentre dagli operatori delle Nazioni Unite sul campo sono partite richieste di un aumento nei rinforzi militari. L'attacco alla base di Bor è stato definito dal capo delle operazioni di peacekeeping dell'Onu Hervé Ladsous come un ''precedente estremamente pericoloso'' che ''non puo' ripetersi''. Per questo è stato deciso l'arrivo di altri cinquemila peacekeeper, ma senza che ne sia stata decisa la data.

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