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Tagli, liste d'attesa e precariato, le parole da cancellare per la sanità del 2015

30 dicembre 2014 | 16.21
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In bilico tra buoni propositi e la paura del baratro, con il desiderio di veder rafforzato il Ssn. E' il sentimento comune dei protagonisti della sanità italiana nelle previsioni per il prossimo anno, raccolte nello Speciale realizzato dall'Adnkronos Salute

Tagli, liste d'attesa e precariato, le parole da cancellare per la sanità del 2015

In bilico tra buoni propositi e la paura del baratro, con il desiderio di vedere rafforzato il Servizio sanitario nazionale. E' il sentimento comune dei protagonisti della sanità italiana nelle previsioni per il 2015, raccolte nello Speciale realizzato dall'Adnkronos Salute. In cima alla liste dei timori dei sindacati dei medici e delle associazioni dei cittadini ci sono i risparmi, per 4 miliardi, che le Regioni dovranno mettere in campo entro il 31 gennaio 2015, come previsto dalla legge di stabilità che entrerà in vigore il 1 gennaio. Una spending review che non deve colpire i servizi e l'assistenza - si chiede a gran voce - mentre le Regioni devono provvedere al risanamento della cassa pubblica entro la fine di genaio, altrimenti scatteranno i tagli 'lineari' del Governo.

Per il 2015 dai protagonisti del Ssn si leva, dunque, la richiesta unanime al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al resto dell'esecutivo di risolvere le annose questioni delle liste d'attesa, del blocco turnover, del precariato e mettere la parola fine al balletto di voci sulla riforma dell'accesso alle Facoltà di Medicina.

Consolidare il Servizio sanitario nazionale e lavorare per la sua tenuta "è il problema fondamentale da risolvere nel 2015. Ma auspico anche che sia l'anno decisivo per riaprire il grande tema del personale, rispondendo finalmente alle esigenze dei lavoratori che in questi anni hanno retto alla razionalizzazione", si augura Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. "C'è anche un'altra questione che mi auguro venga affrontata: quella della riforma delle professioni sanitarie, un cammino lungo che deve vedere la chiusura del cerchio nel 2015", sottolinea Bianco. Per quanto riguarda la formazione e soprattutto l'accesso alle Facoltà di medicina, il numero uno della Fnomceo è categorico: "E' fuori discussione il numero chiuso - precisa - mentre sulle modalità con cui selezionare i candidati abbiano fatto delle proposte al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini: il sistema deve essere più equo e trasparente".

Per il 2015 le farmacie italiane sperano di ricevere un 'regalo' atteso da 13 anni: la nuova Convenzione con il Servizio sanitario nazionale. "Una necessità per dare valore al primo presidio sanitario territoriale e garantire servizi al cittadino vicino casa", spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma. "Il Ssn - continua - ha bisogno di certezze e stabilità, come ha detto lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin". E in questo contesto è importante, secondo Racca, "firmare la nuova Convenzione. E' passata molta acqua sotto i ponti da quando, nel 1998, è stata firmata l'ultima, poi scaduta nel 2001. Sono cambiate le norme, è cambiato il contesto. Molte novità si sono succedute: sono stati introdotti i farmaci equivalenti, sono arrivati gli innovativi ed è in arrivo la farmacia dei servizi. La nuova convenzione serve per mettere a disposizione dei cittadini tutto questo".

Affrontare e risolvere una volta per tutte una delle piaghe della sanità pubblica, le liste d'attesa per esami e visite. Un calvario per milioni di italiani che aspettano mesi per una risonanza magnetica o un elettrocardiogramma dinamico. Questo l'auspicio del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva per l'anno che verrà. "Quello delle liste d'attesa è uno dei principali problemi che sente il cittadino quando entra in contatto con la sanità pubblica. Nel 2015 il Governo e le Regioni devono risolverlo, mettendo mano anche al piano per le liste d'attesa scaduto nel 2012", dice Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tdm. Nella lista dei desideri dell'associazione per il nuovo anno non c'è solo la soluzione delle liste d'attesa. "Nella legge di stabilità sono previsti 4 miliardi di euro di tagli che le Regioni devono mettere in campo. E' ora - precisa Aceti - che questa spending review sia veramente incisiva e aggressiva contro sprechi e malaffare. E non tocchi i servizi ai cittadini. Per la riforma dei ticket, prevista nel Patto per la Salute, circolano ipotesi che a noi sembrano molto sbagliate come l'abolizione dell'esenzione totale per i malati cronici e rari. Se questa è la riforma che si sta studiando, noi non la vogliano". "Nel nostro Paese abbiamo solo 10 Regioni che garantiscono l'accesso completo ai Lea - conclude il coordinatore del Tdm - Ci auguriamo quindi che la riforma dei Lea annunciata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin non sia al ribasso, che il diritto alla salute sia adeguato e che il ministero torni a diventare perno del monitoraggio di questo diritto sancito dalla Costituzione su tutto il territorio nazionale".

"Sarò scontato, ma la priorità e l'auspicio per il Servizio sanitario nazionale nel 2015 è evitare i tagli lineari", dice Luca Coletto, assessore alla Sanità del Veneto e coordinatore degli assessori regionali alla Sanità. Per Coletto "serve una particolare attenzione al settore: tagliare la sanità, infatti, significa tagliare il sociale. E in un momento come questo, in cui le certezze per gli italiani non ci sono più in nessun campo, come amministratori dobbiamo necessariamente dare ai cittadini almeno la garanzia, quella di potersi curare". E le risorse non mancano, secondo Coletto, per il quale non c'è motivo di essere pessimisti su questo fronte. "I soldi ci sono, si possono reperire nelle tante sacche di inefficienza ancora presenti, laddove non sono state fatte ristrutturazioni e riordini. Per esempio il regolamento ospedaliero, che noi in Veneto abbiamo applicato sin dal 2012 e che ha permesso notevoli risparmi. Il Governo sa benissimo che le risorse ci sono e sa dove cercarle. Anche il recente studio dell'Agenas sul personale, ad esempio, offre spunti interessanti. Ci sono Regioni dove i costi sono doppi rispetto ad altre. Serve razionalizzare e questo non significa tagliare, ma migliorare l'erogazione dei servizi rendendoli efficienti". Per Coletto il sistema sanitario nazionale italiano "ha grandi potenzialità. E' un buon servizio che costa meno che negli altri Paesi europei. Una volta reperite le risorse che, ripeto, ci sono, i margini di miglioramento sono notevoli. Il Veneto, come molte Regioni, ce l'ha fatta. E tutte le altre possono fare altrettanto".

La priorità per il 2015 è "garantire il finanziamento al Fondo sanitario nazionale e impedirne il taglio frutto della spending review delle Regioni che poi ricadrà sulle prestazioni", sottolinea Massimo Cozza, segretario nazionale di Cgil medici. "C'è anche la questione del rinnovo del contratto per i medici in convenzione, scaduto dal 2009. Il 2015 - prosegue - potrebbe essere quindi il sesto anno senza il rinnovo. E questo nodo sta diventando ormai un danno" per i camici bianchi. "Lo schema del Dpcm per la stabilizzazione del personale precario in sanità - sottolinea il segretario - è un passo in avanti, ma è del tutto insufficiente. Dunque il 2015 dovrebbe essere l'anno per risolvere questo annoso problema, come del resto anche quello dell'accesso alle Scuole di specializzazione e formazione dei medici, con una soluzione per il numero chiuso alle Facoltà di medicina. In quest'ultimo caso serve una soluzione sul campo - chiarisce Cozza - sulla falsa riga del modello francese e non quello a cui assistiamo oggi, ovvero una lotteria in cui il candidato si gioca tutto con la roulette dei quiz".

La sfida 'targata' 2015 che attende i medici di medicina generale è quella di "veder rivalutata la qualità del rapporto professionista-assistito, fondamentale per la responsabilizzazione e l'umanizzazione delle cure. Un legame, però, sempre più attaccato dalla volontà da parte delle Regioni di favorire il rapporto cittadino-ospedale, anziché quello con il professionista sul territorio". A fare il punto sull'anno che verrà per la sanità italiana è Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale. "Nel 2015 è necessario - sottolinea - che si definisca l'accordo collettivo nazionale, un punto su cui le Regioni latitano". "Inoltre - aggiunge Milillo - speriamo che il Governo riesca a far approvare la riforma del Titolo V della Costituzione, superando gli equivoci della legislazione concorrente. E poi è tempo che la politica metta in atto le riforme istituzionali e si ridimensioni il ruolo della burocrazia anche nella sanità".

Sul Servizio sanitario nazionale aleggiano nubi che non fanno ben sperare per il 2015: "il taglio di 4 miliardi di euro che le Regioni dovranno programmare, e che ad oggi non sappiamo in che misura si ripercuoterà sui servizi offerti ai cittadini. Oltre al blocco del turnover, la diminuzione della spesa in sanità e le croniche difficoltà in cui operano i medici. Abbiamo visto cosa è accaduto nella Grecia colpita dalla crisi e quello spettro va evitato", ricorda Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, il maggiore sindacato della dirigenza medica. "L'augurio per il nuovo anno - sottolinea Troise - è che nella sanità pubblica si torni a parlare del valore del lavoro dei medici e di chi opera nel Ssn. Lavoratori colpiti negli ultimi anni da gravi tagli, ma che hanno sempre continuato a dare il massimo per l'assistenza e le cure ai cittadini". Un altro tema che secondo il segretario dell'Anaao andrebbe assolutamente affrontato nel 2015 è la necessità di aiutare i giovani medici nel difficile percorso di entrata nel mondo del lavoro: "Se ad aprile 12 mila giovani affronteranno la prova per accedere alle Scuole di specializzazione, ma i posti a disposizione sono solo 6 mila, vuol dire che stiamo creando tanti medici disoccupati. Occorre inceve rimuovere queste distorsioni e dare nuove opportunità".

A gennaio 2015 arrivano gli infermieri 'specialisti': "Sei aree di competenze e un cambio di rotta per la professione e l'assistenza benedette dalla legge di stabilità 2015. Uno snodo importante per la professione e un'occasione per cambiare il volto dell'assistenza", spiega Annalisa Silvestro, presidente del'Ipasvi, la Federazione nazionale collegi infermieri. "Cure primarie e servizi territoriali-distrettuali (l'infermiere di famiglia), area intensiva e dell'emergenza-urgenza, area medica, chirurgica, neonatologica e pediatrica, salute mentale e dipendenze: eccole le aree - aggiunge Silvestro - per lo sviluppo delle competenze specialistiche degli infermieri previste nella legge di stabilità". E' "un'importante occasione - evidenzia - per una riorganizzazione del lavoro nelle strutture pubbliche dove il dispiegamento delle potenzialità delle diverse professioni, a cominciare proprio da quella infermieristica, può consentire di recuperare efficienza e appropriatezza nella risposta sociosanitaria. Un dettaglio tutt'altro che trascurabile anche in funzione di un obiettivo molto concreto".

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