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Taranto, vendono cozze rubate non controllate: arrestati

27 aprile 2016 | 17.41
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Otto commercianti di pesce tarantini si sarebbero approvvigionati di frutti di mare, oggetto di furti e non sottoposti ai controlli sulla sicurezza alimentare, rifornendosi presso un gruppo di estorsori di altri colleghi, e li avrebbero immessi sul mercato: ora si trovano agli arresti domiciliari in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Taranto, Giuseppe Tommasino, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica ionica, Giovanna Cannarile.

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale ed i militari della Capitaneria di Porto–Guardia Costiera hanno invece portato in carcere cinque persone ritenute al vertice di una organizzazione a delinquere, che collaboravano nella riscossione del 'pizzo' ai danni di coltivatori ittici del Mar Grande e del Mar Piccolo di Taranto.

Sono tutti variamente responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ed al furto aggravato a carico di impianti di mitilicoltura; minacce aggravate nei confronti di operatori del settore, che come noto è parte caratterizzante dell’economia tarantina; ricettazione ed immissione in commercio di prodotti ittici nocivi per la salute. L'operazione è stata denominata 'Piovra'.

Le indagini, avviate dai due Comandi a maggio 2014 e protrattesi fino a febbraio 2016, hanno consentito di disarticolare un’associazione per delinquere dedita all’estorsione in danno di miticoltori cui imponeva servizi di guardiania, non autorizzati, peraltro in realtà mai attuati, come ben noto alle vittime, dietro il corrispettivo di danaro elargito dalle vittime. Queste ultime, in caso di rifiuto, venivano puniti con il furto di ingenti quantitativi di prodotto ed il danneggiamento degli impianti ed attrezzature.

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