cerca CERCA
Sabato 27 Aprile 2024
Aggiornato: 00:26
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Terrorismo: arresto dottoranda libica, controlli su sim e telefoni

28 dicembre 2015 | 14.57
LETTURA: 2 minuti

Il Procuratore aggiunto Leonardo Agueci
Il Procuratore aggiunto Leonardo Agueci

La Procura di Palermo sta indagando sui cinque telefoni cellulari e le otto schede sim sequestrate a Khadiga Shabbi, la dottoranda libica 45enne arrestata la scorsa settimana per istigazione al terrorismo e scarcerata due giorni dopo dal gip. Oggi il pm Geri Ferrara ha assegnato l'incarico a un consulente informatico con l'obiettivo di fare luce sull'attività della donna che si dice "innocente e lontana dall'Isis". La dottoranda si è presentata questa mattina in Procura per la consulenza di parte sui cellulari e le sim che le sono stati sequestrati. Intanto, la Procura ha quasi ultimato il ricorso contro la scarcerazione di Khadiga Shabbi, che verrà depositato domani. I magistrati della Procura, che hanno firmato il provvedimento di fermo, sono convinti che la donna non dovesse lasciare il carcere. Nei giorni scorsi l'uscita dal carcere della ricercatrice libica era diventata causa di un aspro scontro tra la procura di Palermo e l'ufficio del Gip che aveva rigettato la richiesta di carcerazione, preferendo l'obbligo di dimora. Shabbi "non è accusata di terrorismo o di associazione terroristica, come potrebbe intendersi, ma soltanto di un reato d'opinione: l'avere espresso il suo apprezzamento nei confronti dell'ideologia di gruppi ritenuti terroristici, manifestazione del pensiero che può diventare reato solo se resa pubblica", hanno detto i vertici dell'ufficio gip Cesare Vincenti e il suo vice Gioacchino Scaduto.

L'ipotesi di reato avanzata dal pm Geri Ferrara, titolare dell'inchiesta coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Leonardo Agueci, è però quella di istigazione a delinquere a commettere reati in materia di terrorismo, aggravata dalla transnazionalità. Ecco perché dopo la scarcerazione il Procuratore capo Francesco Lo Voi aveva parlato di una misura "inadeguata". "Quelle della Procura - hanno invece detto Scaduto e Vincenti - sono dichiarazioni avventate e inopportune. Anzitutto delegittimano oggettivamente il lavoro e la funzione del giudice per le indagini preliminari, il cui intervento nel procedimento è stato previsto dal legislatore a tutela e garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, italiani o stranieri che siano".

I gip ritengono "non si può indulgere a semplificazioni, ad emozioni o a precarie suggestioni esterne. Siamo tutti sconvolti dalle tragiche vicende terroristiche di questi ultimi tempi; ma questo non deve farci perdere la capacità di distinguere caso da caso e di valutare con freddezza e oggettività - alla luce dei principi costituzionali e dei parametri di legge - i fatti che vengono sottoposti alla nostra valutazione". Domani il ricorso dell'Ufficio della procura, mentre lo scontro non si attenua.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza