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Terroristi arrestati in Francia, Scalzone: "Siamo oltre la vendetta"

28 aprile 2021 | 15.24
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Il co-fondatore di Potere Operaio: "In tutte le società ci sono stati gli oblii che hanno permesso di tornare a respirare"

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Gli arresti dei sette terroristi a Parigi "sono più di una vendetta, perché la sete non basterà mai. I familiari delle vittime saranno più frustrati e infelici di prima, e si chiederà sempre di più fino all’assassinio dell’anima". Oreste Scalzone, co-fondatore di Potere Operaio da sempre strenuo difensore dei terroristi che con lui soggiornano impuniti a Parigi grazie alla copertura delle autorità francesi, contrariamente a chi vede in questi arresti un tributo di giustizia per le vittime, parlando da Parigi con l’Adnkronos, dice che siamo davanti a qualcosa che va oltre la “vendetta”.

“Stamani - racconta Scalzone - parlando degli arresti qualcuno mi ha detto: ‘Sembra essere tornati indietro di 40 anni'. Ma no, non è così, sembra di essere saltato avanti, verso un orrore verso cui stiamo andando. Il Novecento è cominciato con l’immane macelleria della prima guerra mondiale, poi sono seguiti gli altri orrori. Tutto questo breve secolo è stato un ‘libro nero’ ma il punto nuovo è la velocizzazione, l’intensità”.

“C’è come una accelerazione all’annichilimento totale, una vendetta vertiginosa, assoluta ma esiste anche l’oblio, il perdono per cose atrocissime. In tutte le società ci sono stati gli oblii che hanno permesso di tornare a respirare, ecco perché dico che questa è più di una vendetta”.

Oreste Scalzone dice che “non è solo la vendetta tardiva dello Stato, è qualcosa che va oltre la stessa ‘damnatio memoriae’, è la volontà di assassinio dell’anima”. Secondo Scalzone “il Novecento italiano non si chiuderà mai perché si punta ad assassinare l’anima”.

E il tributo di giustizia alle vittime di tante atrocità? “Questi arresti - è convinto Scalzone - non consoleranno le vittime. I familiari delle vittime saranno come prima se non più infelici e frustrati di prima. Mi vengono in mente le parole del figlio di una vittima che dopo l’esecuzione di un condannato a morte col veleno disse: ‘Non mi è bastato. Sto come prima perché è durata troppo poco’. Le vittime sono vittime anche di questo. Non è come morire due volte?”.

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