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Trapianto fegato tra pazienti positivi a Covid, primo al mondo

18 dicembre 2020 | 11.43
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Trapianto fegato tra pazienti positivi a Covid, primo al mondo

Positivo al Covid ha donato il fegato a un paziente anche lui Covid positivo che ora sta bene e sta guarendo anche dal Covid. L'intervento è stato eseguito all'ospedale Molinette di Torino dall'équipe del professor Renato Romagnoli. E' il primo caso al mondo. L’intervento chirurgico, effettuato nella notte tra il 10 e 11 dicembre scorso, è durato 9 ore al termine del quale il paziente è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1 e già 24 ore estubato.

La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali è risultata ancora positiva in 1° e 3° giornata post-operatoria, mentre il tampone nasofaringeo si è negativizzato, a testimoniare lo stato di infezione in via di risoluzione. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono attualmente nella norma, ed il paziente verrà a breve trasferito presso l’Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato.

A seguito dell’apertura da parte del Centro Nazionale Trapianti di un programma di donazione di organi salvavita da soggetti con infezione da Sars-CoV-2, da riservare a riceventi anch’essi positivi, il 10 dicembre scorso la Rianimazione dell’ospedale di Domodossola, nel verbano, ha segnalato al Centro Regionale Trapianti piemontese (diretto dal professor Antonio Amoroso) la volontà donativa espressa dai familiari di una donna di 66 anni risultata positiva al virus. Le condizioni del fegato erano compatibili con la donazione, mentre lo screening per Sars-CoV-2 era risultato positivo sia sul tampone nasofaringeo sia sulle secrezioni bronchiali.

L’offerta dell'organo è stata immediatamente accettata dal Centro Trapianto di Fegato di Torino in quanto quel giorno stesso era stato riattivato nella lista d’attesa un uomo di 63 anni originario dalla Calabria, affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva, compatibile con la donatrice. L’uomo, inserito in lista d’attesa il 15 ottobre, era risultato per la prima volta positivo al Covid su tampone nasofaringeo il 9 novembre, dopo aver avuto per alcuni giorni febbre e tosse. Le sue condizioni respiratorie si erano mantenute stabili ed era stato posto in isolamento domiciliare, senza necessità di ricovero ospedaliero.

Scaduti i 21 giorni di isolamento, il paziente il 1 dicembre era stato visitato dal responsabile della Terapia Insufficienza Epatica, Antonio Ottobrelli. A quella data, il tampone nasofaringeo era risultato ancora positivo per Sars-CoV-2, mentre gli esami ematici e radiologici avevano evidenziato un chiaro peggioramento della situazione tumorale. Il mattino del 10 dicembre il dosaggio su sangue degli anticorpi neutralizzanti anti-Sars-CoV-2 aveva mostrato un livello elevato, mentre il tampone nasofaringeo era risultato per la prima volta negativo. Posto di fronte alla possibilità di eseguire un trapianto con il fegato di una donatrice Covid positiva, il paziente aveva immediatamente fornito il suo consenso.

Così, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre l’équipe del Centro Trapianto Fegato, equipaggiata con idonei dispositivi di protezione individuale, ha proceduto con il prelievo del fegato della donatrice Covid positiva nella sala operatoria allestita nell’ospedale di Domodossola. Contemporaneamente, il paziente è stato e sottoposto agli accertamenti pre-operatori necessari per accedere alla sala operatoria per il trapianto. Come di routine in questo periodo di pandemia, è stato sottoposto ad un ulteriore tampone nasofaringeo per ricerca Sars-CoV-2 e poco prima di entrare in sala operatoria il referto del tampone ha evidenziato tracce ancora misurabili del virus. Di fronte all’improvvisa necessità di scegliere se proseguire o meno con il trapianto salva-vita, il bilancio rischi-benefici ha fatto propendere l’équipe medico-chirurgica per andare avanti con il trapianto.

La sala operatoria del Centro Trapianto Fegato è stata rapidamente convertita in Sala Covid dal personale infermieristico e gli anestesisti dell’Anestesia Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna), adeguatamente protetti, hanno proceduto con la preparazione del paziente per l’intervento che, a causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessità di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, è stato particolarmente faticoso e poiché la ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali del paziente durante il trapianto ha confermato la presenza di una carica virale il 63enne a fine trapianto è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono attualmente nella norma, e il paziente verrà a breve trasferito presso l’Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato.

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